La crisi politica al Comune di Avellino ha, per il momento, prodotto due risultati concreti: un rallentamento della macchina amministrativa e la spaccatura del CampoLargo di Centrosinistra (e del Pd in particolare). Lo si evince dalle parole rilasciate questa mattina dalla sindaca Laura Nargi, a margine della conferenza stampa di presentazione del Piano ‘Avellino di Notte’: “La riunione di ieri – ha detto la sindaca in riferimento ad un primo incontro che c’è stato con la componente festiana della maggioranza – è stata un appuntamento preparatorio al consiglio comunale di domani, con il professore Scaletti (assessore al Bilancio, ndr.). Ne faremo un’altra oggi e un’altra anche domani prima dell’Assise”.
Ancora 24 ore e sapremo quindi come andrà a finire questa seconda crisi di maggioranza, esplosa a fine maggio con l’estromissione dalla giunta dei sette assessori festiani: se il Consiglio di domani non dovesse approvare il Rendiconto 2024, si rischia (al netto di una proroga, con diffida, della Prefettura) lo scioglimento dell’Assise: “Domani – ha spiegato Nargi – in Aula approderà un Consuntivo 2024 che coinvolge tre Amministrazioni, l’attuale Amministrazione Nargi ne è coinvolta solo per un margine finale, ma allo stesso tempo ero vicesindaco nell’Amministrazione precedente, un’Amministrazione importante, che è un po’ la vera madre di questo Consuntivo”.
Il messaggio tra le righe è quindi rivolto ai consiglieri festiani: non possono votare contro un bilancio consuntivo che viene proprio dall’amministrazione guidata dall’allora sindaco Gianluca Festa. Per questa ragione Nargi si è detta fiduciosa per l’approvazione, domani in Aula, del documento contabile, i numeri, a suo dire, ci saranno: “La maggioranza fino a prova contraria è sempre la stessa”.
E mentre si attende di verificare se veramente è sempre la stessa, si registra intanto un risultato politico già ottenuto dal fronte civico che ha vinto le elezioni cittadine: la spaccatura prodotta nel campolargo di centrosinistra, con una parte che si è dichiarata disposta ad accettare un compromesso con la sindaca (a patto di tenere fuori i festiani e per scongiurare l’arrivo di un commissario prefettizio) e una parte che invece ha chiuso la porta ad ogni ipotesi di “governo di salute pubblica”.