Da Giovanni Verga a Carlo Del Balzo e Federico Capone. E’ stato un confronto dedicato alla memoria di Altavilla e ai suoi figli più illustri quello tenutosi sabato scorso al palazzo comitale De Capua di Altavilla Irpina nel segno di “Uno sguardo su Giovanni Verga, Carlo Del Balzo e Federico Capone”. A rivivere la lezione di tre personaggi che hanno caratterizzato la storia letteraria e politica di Altavilla Irpina e S. Martino V. C. nella seconda metà del secolo XIX. L’incontro è stato l’occasione per firmare un patto di amicizia tra i due comuni, legati dalla storia del percorso unitario e dalla letteratura di stampo verista e da alcuni aspetti della religiosità popolare. A firmare il patto di amicizia, nato dalla volontà di promuovere nuovi progetti di collaborazione, i sindaci Mario vanni e Pasquale Pisano. L’incontro, moderato dal direttore del Corriere dell’Irpinia Gianni Festa, si è soffermato anche sulle figure di don Antonio Marino, di Altavilla Irpina, che fu parroco della Collegiata di San Giovanni Battista negli anni turbolenti a cavallo tra il XVIII e XIX secolo e che partecipò all’ esperienza, breve e tragica, della Repubblica Partenopea nel 1799. A relazionare i professori Melania Vitale dell’Università di Messina e della Fondazione Verga, Guido D’Agostino, presidente dell’Istituto campano di storia della Resistenza, il giornalista Marco Lombardi e la professoressa Antonetta Tartaglia, già dirigente Ministero Istruzione, Università e ricerca. Dal contributo di Del Balzo, storico e politico, alla storia del giornalismo all’attenzione da lui rivolta all’idea di Europa fino al legame di Verga con Altavilla. Non è un caso che il romanzo ‘Il marito di Elena’ di Giovanni Verga sia ambientato nel paese della Valle Caudina. Un romanzo che rappresenta un’opera nodale tra i Malavoglia e Mastro don Gesualdo, nella quale lo scrittore esplora i temi della famiglia e le differenze sociali, sullo sfondo di una storia d’amore tra i due protagonisti.
‘Il marito di Elena’ fu pubblicato da Treves nel 1882, subito dopo la delusione per l’insuccesso dei Malavoglia, quasi come rivalsa o risarcimento per l’editore. Il romanzo, che sviluppa la sua trama sul confronto tra la frivola mondanità cittadina di una Napoli borghese e la solidità di valori del mondo rurale di Altavilla Irpina, è un classico esempio della scrittura bifronte di Giovanni Verga, sospesa perennemente tra realismo rusticano e
psicologismo intimista, con relative cifre stilistiche: simulazione narrativa dell’oralità
“popolare” e della conversazione salottiera.
Al convegno ha portato i suoi saluti anche il prof. Cesare Azan, presidente del nostro Centro Studi “Carlo Del Balzo. A partecipare al dibattito, introdotto dal sindaco Mario Vanni, Pasquale Pisano, sindaco di San Martino, Maria Pia Farese, dirigente dell’Ic Caruso e Del Balzo di Altavilla, Antonio Spagnuolo, dirigente del liceo De Caprariis, Luca Beatrice, presidente Gal Partenio, Mario Pellegrini, presidente Saim Miniere di zolfo.
L’iniziativa è coincisa quest’anno con la celebrazione del “Giorno della Memoria”, ricorrenza che si carica di un valore forte in un tempo in cui si avverte il bisogno di costruire ponti di pace e di amicizia fra tutti.