Sceglie di sospendere il giudizio sulla vicenda di Antonio Romano la Chiesa irpina, ma non nasconde qualche perplessità. Il parroco, dopo aver lasciato l’abito talare, ha annunciato la volontà di candidarsi a sindaco, suscitando un vespaio di polemiche. Non manca un pizzico di amarezza per una vicenda che appare ancora poco chiara.
Parla di un’altra occasione persa don Vitaliano Della Sala: “La vicenda del sacerdote di Chiusano che, dopo aver lasciato la tonaca, ha annunciato la volontà di candidarsi a sindaco lascia un po’ di amore in bocca. Viene il dubbio che questo fosse il motivo vero per cui ha lasciato l’abito talare. E’ strano che tutto sia avvenuto in tempi così stretti. Avrebbe potuto essere più chiaro e spiegare quali erano i veri motivi che lo spingevano a rinunciare al sacerdozio. Da parte mia, mi ero illuso che si potesse aprire una discussione sul celibato all’interno della Chiesa, ma capisco che erano altre ambizioni a guidare il sacerdote nelle sue scelte”.
E’ Padre Luciano Gubitosa a sottolineare come: “ho un grande affetto per Antonio, ho sempre apprezzato il suo modo di fare, la sua schiettezza. Però le ultime vicende non le condivido, posso capire il dramma esistenziale di una persona ma certe scelte si fanno non per salire alla ribalta della cronaca. Ho sorriso quando ho saputo della scelta di candidarsi. L’impegno politico non si improvvisa, non è che si può sperare che arrivi l’uomo della provvidenza. Continuo a pensarsi che quella di candidarsi sia una scelta impropria, perchè tra due mesi, gli stessi che oggi lo osannano lo avranno dimenticato. Spero di essere allora tra gli amici che gli vogliono bene”.
Don Claudio sottolinea come “la scelta di don Antonio si può interpretare in tanti modi. Può essere un desiderio spontaneo, nato dall’esperienza compiuta a Chiusano, da parte di chi conosce le necessità dei singol,i come un’idea suggeritagli da qualcuno. Certo, il problema del celibato resta centrale nella Chiesa e chiede di essere affrontato con forza, strettamente legato al taglio che Gesù ha voluto dare all’impegno dei suoi apostoli. Sicuramente è un dono che si acquista con grande fede e forza che arriva da Dio, ma l’umano è imprevedibile ed è sempre possibile cadere. Di qui la necessità anche di un sostegno da parte di esperti, di fronte a un problema così delicato. Sarebbe interessante studiare i documenti del Concilio di Elvira per comprendere come nasca questa scelta all’interno della Chiesa”.