L’accordo raggiunto oggi al MIMIT sancisce la completa riassunzione entro il 31 ottobre da parte di TeaTek di tutti i 312 lavoratori ex Whirpool, che furono licenziati due anni or sono dalla multinazionale a causa della chiusura del sito di lavatrici. Abbiamo reso realtà il motto ‘Napoli non molla’ con cui per anni ci siamo fatti coraggio anche quando la situazione sembrava disperata”. Lo dichiarano Gianluca Ficco, segretario nazionale Uilm responsabile del settore elettrodomestico, Crescenzo Auriemma, segretario generale della Uilm Campania, e Antonello Accurso, segretario regionale della Uilm Campania.
“Il piano industriale di TeaTek – spiegano i sindacalisti della Uilm – prevede 3 linee di sviluppo: produzione di inseguitori solari per impianti di pannelli fotovoltaici, produzione di power unit per la trasformazione della corrente a bassa tensione, prodotta dai pannelli fotovoltaici, in media tensione, sviluppo e sperimentazione, con la partecipazione di centri di ricerca e università, di una nuova linea di prodotti nel settore delle rinnovabili. Il progetto prevede l’abbattimento e la ricostruzione dello stabilimento, che durerà 24 mesi, per renderlo una fabbrica sostenibile 5.0. Nei prossimi mesi si terranno incontri di monitoraggio e si dovrà arrivare alla definizione di un accordo di programma”.
“La giornata di oggi – concludono i sindacalisti della Uilm – conclude una vertenza durissima iniziata il 31 maggio 2019, allorché Whirlpool annunciò la decisione di chiudere la fabbrica napoletana di lavatrici, apponendovi la famigerata croce rossa che ne determinava la cancellazione. Oggi inizia un percorso con TeaTek che certamente non sarà privo di difficoltà e di rischi, come ogni altra operazione di reindustrializzazione, ma che rappresenta un nuovo inizio, che quindi rappresenta la nostra spunta verde sul futuro dei lavoratori. La vittoria sindacale è stata resa possibile dalla tenacia nelle lotte, dalla capacità di restare sempre uniti anche dinanzi ai tentativi di strumentalizzazione provenienti dall’esterno, nonché dalla forte solidarietà espressa dalla opinione pubblica”.