92 iniziative consiliari, 35 mozioni presentate di cui 12 quelle approvate, 15 interrogazioni e 22 segnalazioni. Un impegno costante su mobilità, cultura, sport, diritti. E’ il bilancio di fine mandato di Francesco Iandolo, consigliere di minoranza del Comune di Avellino. Tra le battaglie il ripristino del fondo sviluppo delle reti ciclabili urbane, le continue sollecitazioni sul progetto di restauro della Dogana di Avellino, la richiesta di cittadinanza onoraria a Patrick Zaki, i benefici della legge Bacchelli a Marcello Colasurdo, l’attenzione alla parità di genere e utilizzo delle risorse dei fondi Recovery Fund, la costituzione di una commissione antimafia “Siamo stati tra i pochi a chiedere chiarimenti dopo gli episodi accaduti in città”
“L’esperienza di Avellino Prende Parte – spiega Iandolo – nasce dal desiderio di dar voce alle tante battaglie sociali portate avanti, fuori dalle istituzioni, per costruire una Avellino più giusta. Abbiamo cercato di portare le istanze vive della città in Consiglio. Molto spesso, però, senza neppure ascoltare le nistre idee, sono state bocciate perchè proposte dall’opposizione”.
Sottolinea come “il luogo che doveva essere l’agorà principale dove dibattere delle questioni della città, è stato completamente svuotato” E spiega “Se l’opposizione è stata debole è perchè non c’è stato dibattito in Consiglio. Non sono un caso le 170 delibere non pubblicate in un consiglio silente che non ha collaborato. Quella che è mancata in questi 5 giorni è stata la politica. A prevalere sono stati gli interessi di parte. Avellino è oggi una città morta, poichè tutto viene deciso dall’alto, anche le concessioni culturali appaiono quelle di un sovrano. Quando abbiamo chiesto conto dei soldi da spendere per la mensa scolastica hanno risposto spallucce. Sono stati tolti diritti a famiglie. E’ una città in cui il nido comunale costa più di altri nidi”
E ribadisce come sono fondamentali “gli ultimi giorni di una consiliatura poichè l’impegno sulle questioni cruciali non può interrompersi per il bene della città. Le politiche giovanili sono ferme al palo. Di qui la volontà di partire dal nuovo regolamento del Forum dei Giovani e da quello per il riutilizzo dei beni confiscati alla criminalità organizzata. Vogliamo aprire un focus sulla riutilizzazione degli spazi dell’Isochimica, immaginandone il futuro insieme all’intero quartiere di Borgo Ferrovia e ai lavoratori per restituire loro quanto è stato tolto. Chiediamo un investimento in uno stabile di produzione e manutenzione in grado di risarcire il quartiere con il lavoro. Vogliamo ribadire che è possibile creare un nuovo modello di sviluppo ripartendo dalla ferrovia”.
Centrale l’attenzione rivolta al rilancio della stazione e l’adeguamento del raccordo Av/Sa in A2: “Se non immaginiamo una nuova viabilità, se non ci dotiamo di parcheggi puntiamo su un terminal unico e non cerchiamo di capire come possa migliorare la qualità della vita, passeranno altri dieci anni” E sulla cultura: “Avevamo ascoltato a inizio consilatura la notizia dell’acquisizione della Torre dell’orologio, un risultato da cui non è scaturito nulla, proprio come il Murale della pace”
E sulla scelta del candidato a sindaco del campo largo “Siamo convinti che la scelta debba ricadere su una figura civica che ha lavorato in città e ha portato avanti battaglie. Vogliamo dare una speranza ai cittadini avellinesi e puntare su una proposta politica che possa rispondere alle loro aspettative”.