Un omaggio affidato a musica e immagini per ribadire la necessità di non dimenticare e la volontà di unire le forze per guardare con fiducia al futuro. E’ quello che ha visto protagonisti gli allievi del Convitto Colletta in occasione del giorno del Ricordo, in collaborazione con la Prefettura. E’ il prefetto Rossana Riflesso a sottolineare il valore di cui si carica la memoria “I testimoni, coloro che hanno vissuto sulla loro pelle quest’orrore o i loro familiari, sono sempre di meno, ecco perché diventa fondamentale tramandare tragedie come queste perchè non accadano più. E’ fondamentale lanciare un messaggio alle nuove generazioni scuotendo le loro coscienze”. Presenti anche il Provveditore agli Studi Fiorella Pagliuca, del Procuratore della Repubblica Domenico Airoma, il Questore Pasquale Picone, il Comandante dei Carabinieri Domenico Albanese, il Comandante della Guardia di Finanza Leonardo Erre, la Comandante dei Vigili del Fuoco Maria Angelina D’Agostino, il Comandante del gruppo Carabinieri della Forestale Nicola Clemente, il Presidente della Provincia Rizieri Buonopane, il Comandante della Polstrada Nicola Ciccone, un delegato del Comandante dell’esercito 232° Reggimento, Alberto Tognon, la vicepresidente della Povincia Laura Cervinaro, la vicesindaca Marianna Mazza, del Vicario generale della Diocesi Pasquale Iannuzzo.
Un impegno ribadito dal dirigente scolastico Attilio Lieto “L’impegno degli studenti è il vero motore dell’iniziativa. Solo restando uniti possiamo costruire un futuro che sia più tollerante. La scuola deve mantenere viva la memoria, attraverso azioni quotidiane”. Quindi ha ricordato la giornata del 13 luglio 2020, quando gli studenti del Convitto, unendo le mani, hanno trasmesso un messaggio di speranza e solidarietà, unendo le loro mani. Sappiamo che il Giorno della Memoria è stato istituito con colpevole ritardo, solo ventuno anni fa, grazie a una legge dello Stato. Tuttavia, credo fermamente che queste celebrazioni siano essenziali” . Quindi a prendere la parola sono stati gli studenti che hanno reso omaggio agli uomini e alle donne infoibate in Istria, a Fiume, in Dalmazia o nelle province dell’attuale confine orientale tra l’8 settembre 1943, data dell’annuncio dell’entrata in vigore dell’armistizio di Cassibile, e il 10 febbraio 1947, giorno della firma dei trattati di pace di Parigi.
Una celebrazione frutto di un lavoro corale degli alunni delle classi II A e IV A Classico del Liceo Classico e VB del Liceo Europeo, con il coordinamento della Referente del Progetto, Prof.ssa Cinzia Favorito. Un rigoroso lavoro storiografico e di ricerca ha caratterizzato l’evento; in una visione europeista, proiettata verso un futuro unitario, la storia, in particolare quella novecentesca, aiuta ad alimentare, senza rimozioni, la coscienza critica, evitando ogni chiusura nei particolarismi. Si è cercata insieme una “bussola”, per evitare qualsiasi banalizzazione, per non inciampare in inganni ed equivoci. Il discorso storico si intreccia con la semantica del confine, il varco del quale è anche un’operazione metaforica di uscita da uno spazio familiare, conosciuto, rassicurante, e di ingresso nell’ incertezza. La storia delle guerre diventa, finalmente, storia di individui.
L’evento è stato strutturato in cinque parti distinte e sapientemente condotto dagli alunni stessi: presentazione e saluti, introduzione alla storia dell’esodo giuliano-dalmata, drammatizzazione tratta da testimonianze con riflessione su “Confini, frontiere di ieri e di oggi”, laboratorio di scrittura creativa “Il Confine: un limite valicabile”, consegna del libro con la raccolta di tutti i testi scritti dagli alunni di IV A Classico. I vari momenti sono stati scanditi da brani musicali per pianoforte (Vincenzo Pagliarulo nel Preludio di Debussy, Sabrina Capone nell’Idea 10 di Alcocer, Costanza Clericuzio in Nuvole Bianche di Einaudi) e dall’esibizione coreutica di Raffaella De Vita sulle note di “Magazzino 18” di Simone Cristicchi. Ospite a sorpresa dell’evento il Signor Rocco Roccia, con sua moglie, un profugo giuliano, nato a Montona d’Istria nel 1938, che ha voluto prendere parte alla commemorazione col cuore e con la sua presenza, portando a testimonianza anche un documento protocollato dalla Prefettura di Avellino nel 1972. Tanta emozione nelle sue parole, nel ricordo dei villaggi istriani, della famiglia, del viaggio di fortuna che lo portò ad Avellino, dove, in quinta elementare divenne allievo del Convitto. Una storia nella storia, in un Palazzo, quello del Convitto, che ha fatto da cornice a un incontro sentitissimo da tutti. Grande il plauso agli alunni dagli astanti, che sono tornati a casa, a conclusione di giornata, con un dono metaforico, un segnalibro, un ricamo del cuore, un filo rosso che unisce tutti nel Ricordo di quello che è stato….