Diciannove indagati per reati che vanno dalla corruzione per un atto contrario ai doveri di ufficio, turbata libertà degli incanti e corruzione elettorale, accesso abusivo al sistema informatico (competenza della Procura di Napoli). Una vera e propria bufera, quella che si è abbattuta sui fratelli Antonio ed Emanuele Aufiero di Pratola Serra, all’epoca dei fatti presidente del consiglio comunale per vicende di corruzione documentate dalle indagini dei Carabinieri della Compagnia di Mirabella Eclano, coordinati dalla Procura di Avellino e dalla Procura di Napoli .La Compagnia Carabinieri di Mirabella Eclano, ieri, ha proceduto alla notifica di due distinti Avvisi di conclusione delle indagini preliminari ed Informazione di garanzia”, emessi – rispettivamente – dalla Procura della Repubblica di Napoli e dalla Procura della Repubblica di Avellino nei confronti di 19 persone.
Entrambi i provvedimenti sono stati emessi a conclusione di una articolata attività investigativa coordinata dalle due procure campane che ha permesso di fare luce, compatibilmente con la fase del procedimento penale, sull’amministrazione del comune di Pratola Serra nel periodo in cui i fratelli Emanuele ed Antonio Aufiero ricoprivano le cariche di sindaco e Presidente del Consiglio comunale (poi disciolto dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri nell’ottobre 2020).
«Ho trovato una famiglia numerosa… il figlio ha fatto domanda nell’azienda …”. Uno degli indagati che ha ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini firmate dal pm De Angelis replica a questa affermazione fatta da un suo sostenitore: “fammi telefonare un amico… fammi vedere se..”. E’ un breve passaggio delle intercettazioni in mano agli inquirenti e contenute nell’avviso di conclusione delle indagini per 19 indagati. Ma gli inquirenti contestano ai fratelli Antonio e Emanuele Aufiero diversi episodi di corruzione elettorale quanto erano rispettivamente presidente del consiglio comunale e sindaco di Pratola Serra, comune sciolto per infiltrazioni camorristiche.
Nell’ottobre del 2020 l’allora Presidente del Consiglio Comunale Antonio Aufiero, candidato nelle liste di Forza Italia e di fatto secondo la Procura vero dominus dell’amministrazione comunale, sia il sindaco dell’epoca Emanuele Aufiero (fratello del candidato) che altri esponenti della locale amministrazione si sarebbero fatti consegnare soldi dietro la promessa di affidamenti da parte dell’amministrazione comunale. Dal primo imprenditore avrebbero ricevuto mille euro. Dall’impresa che gestiva il depuratore comunale all’epoca dei fatti (7 ottobre del 2020) oltre alla promessa di 30mila euro ci sarebbe stato il versamento di una somma di 1500 euro. Il caso più eclatante era quello dell’affidamento della gestione della pubblica illuminazione ad un’impresa della zona, che in cambio si sarebbe occupata di tutti i costi della campagna elettorale. La stessa che secondo quanto ricostruito dai Carabinieri della Compagnia di Mirabella, avrebbe finanziato la sede del Comitato Elettorale di Aufiero in Via Dalmazia e anche una vacanza di due giorni nel Ferragosto del 2020 in una struttura alberghiera di Amalfi.
Nell’inchiesta portata avanti dalla Procura irpina ci sono anche nove elettori indagati in concorso con lo stesso candidato alle elezioni regionali del 2020 Antonio Aufiero per “corruzione elettorale”. Dal posto auto per un parente disabile all’interessamento per una visita di invalidità, passando per la garanzia di nomina di scrutatore fino all’inserimento di familiari in un progetto del Comune di Pratola Serra, che doveva partire il 5 agosto 2020, ma era invece partito il 1 settembre secondo le accuse della Procura di Avellino per volontà dello stesso Antonio Aufiero, senza alcun atto ufficiale. Il progetto in questione era quello denominato “Tutela Ambiente e Sorveglianza del Territorio Pratola Serra 3”.
A questo filone d’indagine si aggiunge quello portato avanti dalla Procura di Napoli, che vede coinvolte sette persone, iscritte nel registro degli indagati per l’ipotesi di reato di accesso abusivo al sistema informatico.Tra gli avvisi di conclusione delle indagini preliminari, firmata dal Pm Immacolata sica, notificati dai militari dell’Arma, ci sono, oltre ad Antonio Aufiero anche tre dipendenti del tribunale di Avellino. I tre dipendenti si sarebbero, sercondo gli organi inquirenti, collegati più volte senza alcuna specifica ragione d’ufficio al sistema informatico della Procura per visualizzare i procedimenti a carico di Aufiero, consultandone i dettagli e condividendo informazioni riservate con lui.