Inchiesta Dolce Vita, la Procura di Avellino ha chiuso le indagini sul filone legato alle misure cautelari eseguite il 18 aprile e il 23 luglio scorso e si prepara a chiedere il processo anche per associazione a delinquere nei confronti di una parte degli indagati.
Gli avvisi di conclusione delle indagini preliminari firmati dal sostituto procuratore Fabio Massimo Del Mauro nei confronti di ventisei indagati riguarderebbero la responsabilità’ a vario titolo per i reati di associazione per delinquere (contestata solo ad una parte), al peculato, fino alla corruzione per l’esercizio della funzione, rivelazione e utilizzazione di segreti d’ufficio, falso ideologico e materiale, ricettazione.
Il primo avviso è stato notificato ieri al principale indagato, l’ex sindaco di Avellino Gianluca Festa che si è recato presso il comando provinciale dell’Arma dei Carabinieri, senza i suoi legali. Ai reati gia’ noti per le prime due misure cautelari, ovvero le vicende sono legate ai concorsi al Comune di Avellino e alla corruzione per l’esercizio delle funzioni contestata nella seconda ordinanza, si sarebbe aggiunta anche l’ipotesi di una presunta associazione a delinquere. Ma oltre a persone già coinvolte nell’inchiesta che ha scosso il capoluogo irpino ci sarebbero anche nuovi indagati.
Le indagini, svolte dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Avellino e dall’Aliquota guardia di finanza della Sezione di Polizia Giudiziaria presso la Procura, oltre ai reati contestati all’esecuzione delle due ordinanze cautelari, personali e interdittive, a carico di parte degli indagati, hanno portato alla più grave ipotesi per cui dopo i venti giorni di tempo che gli indagati avranno per presentare eventuali memorie difensive, la Procura potrà procedere ad un ipotetica richiesta di rinvio a giudizio.
Intanto la sindaca di Avellino Laura Nargi non sarebbe tra i destinatari dell’avviso di conclusione delle indagini firmato dal pm Fabio Massimo Del Mauro. La contestazione provvisoriamente mossa alla sindaca di Avellino (che era stata anche destinataria di una perquisizione il 18 aprile scorso) era proprio quella di associazione a delinquere, contestata tra l’altro nell’avviso notificato ieri ad una parte degli indagati. Ad influire a favore della posizione della prima cittadina, l’interrogatorio reso davanti al pm qualche mese fa, quando assistita dai suoi legali, gli avvocati Alessandro Diddi e Costantino Sabatino, aveva risposto alle domande dei magistrati della Procura avellinese.