Se per alcuni è il tempo della festa, sono in tanti a dirsi preoccupati per il futuro della città, all’indomani della vittoria di Laura Nargi. Una preoccupazione che si leva forte tra rappresentanti del mondo delle cultura e delle associazioni cittadine. Pietro Mitrione di Inlocomotivi sottolinea come “Il voto va rispettato sempre ma è chiaro che non mi riconosco in questo civismo strano di Avellino, in manifestazioni folcloristiche come gli spari sotto casa di Gianluca. Bisogna andare al di là dell’aspetto puramente giudiziario ma è evidente che il civismo è la negazione della politica, ora si tratta di comprendere che cosa è successo in questa città. La sconfitta ci sta, il campo largo ha bisogno di tempo, ha fatto registrato un buon risultato alle europee ma non è bastato. Tuttavia, ha rappresentato il tentativo di tornare alla politica e di questo dobbiamo dare atto ad Antonio Gengaro di aver fatto un gran lavoro. Malgrado tutto, rivolgo i miei complimenti a Laura Nargi e le auguro di fare bene”
Vittoria Troisi del Centrodonna si dice molto pessimista sul futuro della città “Ha vinto il populismo, che si fonda sul promettere quello che la gente si aspetta, indipendente da se sia verità o menzogna. Dopo 5 anni di tempo e una campagna fatta di nulla e di promesse di nulla, di bugie e illusioni, la vittoria della Nargi decreta la morte di una politica legata a punti fermi e valori. Ci troviamo di fronte a un mondo capovolto, a persone che si permettono di affermare di non voler trattare con i partiti ma dimenticano che i partiti sono sanciti dalla Costituzione. Era chiaro che l’accordo tra Nargi e Genovese si sarebbe fatto, indipendentemente da chi avesse vinto. Peccato che a questa città sia mancato lo slancio finale, quello slancio che avevamo visto con l’arrivo della Schlein. L’impressione che prevale è quella di una comunità abituata a vedere le istituzioni non come soggetto attento al bene comune, ma espressione di personalismi, ci troviamo di fronte a una città profondamente corporativa. Comincio ad avere dei dubbi anche sul ruolo che possono ancora svolgere borghesia e intellighenzia cittadina. Questa vittoria è il segno che il processo democratico è molto fermo, a rischio c’è il futuro dei nostri giovani ma questa città si merita di più. Non accuso le nuove generazioni di nulla ma è terribile che non sperino e sognino alternative”. Eppure l’invito che lancia Troisi non è quello di abbattersi “Dopo questo momento di difficoltà del centrosinistra, ci riprenderemo e porteremo avanti un programma a cui lavoriamo da anni, che si preoccupa dei problemi della città, continueremo a fare politica. Oggi si è accorciato il nostro orizzonte ma non i nostri desideri e le speranze,. Ci resta l’ottimismo della volontà. Mi auguro possa resistere l’alleanza del centrosinistra così da guidare al meglio questa città, contrastando chi la immagina senza anima”
Lo scrittore Franco Festa parla di “uno dei momenti più drammatici della storia della città. Il voto del ballottaggio restituisce una città fortemente spaccata, con gli strati popolari che si sono presi la loro personale rivincita, in nome di una democrazia in cui il tema delle regole viene cancellato. Lo dimostra una manifestazione come quella andata in scena sotto casa dell’ex sindaco Gianluca Festa, fortemente eversiva, che rappresenta uno schiaffo alla magistratura e non va sottovalutata. Al tempo stesso, è emerso con chiarezza che era del tutto sbagliata l’idea diffusa nello schieramento di Gengaro che senza un rinnovamento reale del Pd si potesse vincere. Il dato negativo è tutto qui, lo schieramento è stato costruito come somma e non attraverso un reale rinnovamento della politica, Appare inconcepibile che esponenti del Pd che, nella prima fase, hanno registrato personali successi nei quartieri popolari non abbiano ottenuto lo stesso consenso nella seconda parte. Non voglio parlare di tradimento ma certo occorre una riflessione su ciò che è accaduto nello schieramento di Nargi e Festa, a partire dalla carica eversiva che rappresenta e una severa autocritica all’interno dello stesso fronte del campo largo, in particolare del Pd”
La storica Maria Grazia Cataldi sceglie di pubblicare su Facebook un’immagine della Fattoria degli animali di Orwell con una citazione quantomai eloquente “Quanto più una società si allontana dalla verità, tanto più odierà quelli che la dicono. Poiché nel tempo dell’inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario.”. Come a ricordarci che le apparenti rivoluzioni finiscono per tradursi spesso in nuove forme di dittature
Il professore Pellegrino Caruso si dice scoraggiato “Tra ballo della mattonella e fuochi d’artificio per me Avellino resta al palo di una metro senza fermate”
Un pessimismo su cui concorda anche la professoressa Mirella Napodano dell’associazione Amica Sofia “Non posso che essere profondamente delusa, la vittoria dell’asse Nargi-Festa è il segno della sfiducia nei partiti, di un forte svuotamento della politica, che appare incapace di incarnare valori etici. L’idea è che i partiti non appaiano più espressione di ideali e principi, i movimenti ci provano a fare lo stesso ma non ci riescono. C’è grande amarezza tra i cattolici democratici, è chiaro che il messaggio che voleva lanciare il campo largo non è passato, questa perdita di senso della politica è pericolosissima”
Grande l’amarezza dell’economista Paolo Ricci “Il dato che consegnano le urne è che Avellino rimane dove era. Il giudizio popolare è da accettare e rispettare, ci mancherebbe. Interessa poco se i fatti per i quali è finito sotto inchiesta l’ex sindaco Gianluca Festa siano penalmente perseguibili, il giudizio politico sulla passata amministrazione non può che essere pessimo, si tratta di una cultura e di un modo di fare politica non affatto condivisibile, per essere buoni. Vedere rieletta la vicesindaco di quel tipo di amministrazione deve necessariamente farci riflettere.”
A rendere omaggio all’impegno di Antonio Gengaro è Vinia La Sala, che lavora da anni nei beni culturali, anche lei tra le candidate del Campo Largo “La dignità è ciò che un uomo non deve perdere mai. Tu hai dimostrato di averne da vendere unita alla tua coerenza di uomo onesto. Onorata di essere stata dalla tua parte, sempre”.
“A chi vince una competizione importante – spiega Erika Picariello, sindacalista della Flc Cgil Scuola – come quella elettorale si fanno gli auguri e i complimenti: continuo a pensare che la scelta della maggioranza dei cittadini votanti sia giusta e merita tutto il rispetto. La prima sindaca di Avellino sarà sindaca di tutti e su questo si misurerà la sua capacità e volontà di superare lo spirito da derby degli ultimi anni in una città spezzata dal voto affinché nel rispetto della diversità dei ruoli tutti siano chiamati a contribuire a migliorare la nostra città’. Rivolgo un pensiero di stima e di apprezzamento per il candidato sindaco Antonio Gengaro, che ha condotto una campagna elettorale con un piglio d’altri tempi. Spero che l’opposizione rappresentata dalle liste in suo sostegno lavori con la stessa passione per la città non solo in consiglio comunale ma anche fuori. Spero che quelle forze portino tra noi cittadini avellinesi il dibattito del consiglio cercando costantemente un rinnovato rapporto di prossimità fin dal giorno dopo la proclamazione degli eletti. E questa è’ la sfida più grande, la sfida di sempre, quella della Politica. Quando tutto è da costruire, come in questa fase della storia generale e locale, nulla, in fondo, è’ davvero perso”.
Andrea Cresta di Avionica sottolinea come sia difficile qualsiasi analisi del voto a caldo “Ancora oggi non riesco a capire perchè la gente abbia scelto di far vincere Laura Nargi, nel segno della continuità con l’amministrazione Feste. Eppure ci sono eventi emblematici del cattivo governo degli ultimi 5 anni, dal non essersi costituiti parte civile al processo al Clan Partenio all’assenza del Piano Zona, dai mancati investimenti sul consultorio alla scelta di investire su una politica di superficie, come quella del Summer Festival, per il quale si è spesa una somma mai vista prima. E’ mancata trasparenza nella gestione di fondi, di quelle stesse risorse che sono poi pagate dai cittadini. E’ mancata una visione di prospettiva, i fondi non sono mai stati utilizzati per agire su problematiche strutturali, penso alla questione della Casina del principe, alla mancata ricostituzione del Forum giovani, agli appalti dalla Dogana, alla scelta della centralizzazione con la Fondazione cultura, l’abbandono delle strutture comunali e del verde pubblico, a partire dal Parco Santo Spirito. Ci chiediamo che cosa è mancato alle forze politiche, culturali e sociali del centro sinistra per riuscire a guidare la città. L’altro dato da sottolineare è che la politica civica non necessariamente deve esistere solo nelle elezioni”. Spiega come “si è perso sul voto d’opinione, il voto è sacro ma suscita tanta perplessità che la coalizione della Nargi abbia ottenuto anche il sostegno della destra con Petitto, D’Agostino e Rotondi in una città tradizionalmente di centro sinistra. Ora sta a loro governare, sperando che non accada più quello che è successo negli ultimi anni, gestendo il comune in maniera privatistica, c’è bisogno di amministrare tutta la città, si è pensato agli interessi di pochi”
La scrittrice Emilia Cirillo sottolinea come il ringraziamento ad Antonio Gengaro e alla sua coalizione è d’obbligo e invita a non smettere di sperare “Per tutti quelle/i che credono in un’Avellino moderna nei servizi, produttiva nel lavoro e nell’impresa, accogliente per qualità dell’aria, dell’ambiente e della natura ‘quando verrà il tuo tempo, sboccerai’ Intanto, Antonio, avanti tutta”
Critico sulla campagna elettorale portata avanti dal centrosinistra l’avvocato Beppe Sarno “Il voto espresso dagli elettori avellinesi in questo secondo turno per l’elezione del sindaco della città è abbastanza chiaro: viene premiata una forza civica e penalizzata la forza politica che fa riferimento al PD ed ai suoi alleati. Laura Nargi vince sul suo competitor più forte Antonio Gengaro. Gengaro, candidato imposto dal Pd ed alla dirigenza irpina del PD, di fatto era un candidato debole già sconfitto in altre elezioni amministrative si è presentato all’elettorato basando al sua campagna elettorale solo ed esclusivamente sulla presunta questione morale. Ma all’elettorato la questione morale nei termini esposti da Gengaro fatta di promesse e di dichiarazioni di principio non supportate da una logica politica non ha convinto gli elettori, che hanno ritenuto il Pd poco credibile laddove in altre parti d’Italia il PD per ansia di consensi, cercando di ingrandirsi a prescindere ha rinunciato a mettere in atto controlli rigorosi su coloro che ne fanno parte e lo utilizzano per meri scopi personali. La questione morale se non diventa questione politica non ha senso. Alla debolezza del candidato del PD si è associata la sua incapacità di esporre un progetto politico credibile. Il candidato ripeteva frasi fatte e prometteva in caso di vittoria di promuovere progetti in parte già realizzati. Il Pd irpino ha dimostrato, malgrado la buona volontà del segretario, di essere un partito diviso che si è visto imporre il candidato sindaco. Il movimento cinque stelle in questa avventura ha dimostrato di essere più un peso per la compagine di cui faceva parte che un aiuto; ha eletto a mala pena un consigliere raccogliendo briciole con dati numerici assolutamente insignificanti. Il successo di laura Nargi annunciato al primo turno viene confermato al secondo turno al di là di ogni rosea aspettativa degli stessi componenti delle liste di Laura.
Qualcuno ha detto che è solo grazie al contributo forte di Genovese e delle sue liste collegate è stata possibile la vittoria. Se questo è vero in parte è pur vero che la città ha creduto al progetto politico della vincente. Le periferie, i quartieri popolari, hanno creduto al discorso di Laura che ha indicato nelle periferie le destinatarie di un progetto di integrazione di queste fra loro ed il resto della città mediante interventi finalizzati per il recupero e il potenziamento delle qualità dei vari ambienti periferici arrivando così alla rigenerazione urbana”