Di Mino Mastromarino.
Il magistero sociale di Bergoglio sarà giustamente oggetto di studio e analisi negli anni a venire. Immediato è, invece, l’insopportabile spettacolo dell’ipocrisia del potere. Papa Francesco era contro la guerra, tutte le guerre. E contro tutte le armi, anche quelle assunte a scopo difensivo.
Ecco che i primi a mostrarsi affranti sono proprio i più bellicisti . Era il papa degli ultimi ( ammalati, senza casa, carcerati, discriminati dall’odio razziale). E intanto le politiche economiche degli stati ‘cristiani’ smantellano lo stato sociale, eliminano i sussidi ai poveri, sopprimono i finanziamenti in favore della sanità e dell’istruzione pubblica; in una parola, anziché combattere, alimentano la povertà. Era in special modo il papa dei migranti. E intanto i migranti sono sistematicamente malmenati, deportati in catene, relegati in centri di disumana accoglienza.
E’ stato ben detto che il degno coronamento, l’apoteosi sarà vedere Trump al funerale. La messa, il segno della croce …….e poi via, tutti insieme a deportare migranti e a comprare più armi. Risuonano, irrevocabili e ineludibili, le domande di Francesco imposte al mondo a Lampedusa nel 2013, dopo l’ennesima strage di migranti: Adamo dove sei? Dov’è tuo fratello ?
Chi ha pianto per queste persone che erano sulla barca? Per le giovani mamme che portavano i loro bambini? Siamo caduti nella globalizzazione dell’indifferenza. La vita e soprattutto la morte di papa Francesco si erigono a perenne antidoto contro la maschera del potere. Ma anche contro l’inerzia ipocrita e il colpevole disinteresse di ciascuno di noi, quando ci giriamo dall’altra parte.