Una riflessione sullo stress lavoro-correlato, che abbraccia tutte le professioni d’aiuto, in un contesto sanitario e professionale sempre più complicato. E’ il convegno su “Curare? Un mestiere impossibile” tenutosi presso la sala consiliare del Comune di Frigento. Una riflessione sul rapporto tra burnout e lavoro d’equipe, a partire dalle criticità e risorse legate al lavoro di gruppo. Grande attenzione è stata rivolta al contesto dell’immigrazione, dove le barriere linguistiche, culturali ed emotive appaiono particolarmente accentuate e la coesione all’interno dell’equipe appare centrale nel limitare il rischio di burnout e sostenere il progetto psicoeducativo degli utenti accolti.
Attraverso interventi di esperti e momenti di confronto interdisciplinare, ci si è interrogati su strumenti e strategie per interrogare e migliorare la propria pratica lavorativa, dunque sostenere il loro benessere e rafforzare l’efficacia del lavoro d’equipe, specialmente in contesti transculturali. Si è discusso anche del ruolo della psicologia nella prevenzione del burnout e nella promozione della coesione all’interno delle equipe. Il convegno si rivolge a medici, infermieri, psicologi, insegnanti, educatori e a tutti i professionisti impegnati nella cura e nell’educazione.
A confrontarsi il neurologo Alfonso Leo, Saverio Genua, presidente Simg, Sebastiano Vinci, psicoanalista, Paolo Rocco Cipriano, psicologo clinico, Maria Francesca Di Napoli, educatrice, la docente Giulietta Fabbo, la psicologa Adele Galdo. Dall’alleanza terapeutica tra medico e paziente al patto formativo tra docente e studente, nella comprensione che relazione che necessita della reciproca attiva partecipazione per il buon esito di un intervento. A chiudere l’incontro l’illustrazione dei risultati dello studio della People Involvement Aps