“E’ possibile immaginare un modello di sviluppo alternativo, capace di riequilibrare i rapporti tra aree interne e costiere, anche alla luce del nuovo asse Napoli Bari che trasformerà territori periferici in spazi strategici. Il capoluogo campano può trovare nelle aree interne risorse significative per il futuro”. Lo sottolinea il sindaco Gaetano Manfredi nel corso del confronto promosso dall’associazione Fausto Addesa. A dialogare con Manfredi il presidente dell’assocazione Antonio Limone, il consigliere comunale Amalio Santoro, il professore Giuseppe Moricola, moderati da Aldo Balestra.
Non ha dubbi Manfredi “L’idea di una città autosufficiente è uno stereotipo superato dai fatti così come quella di un capoluogo che tende a fagocitare gli altri territori campani. E’ necessario guardare a una progettualità di sviluppo che non coinvolga solo Napoli ma che consideri il capoluogo partenopeo come città metropolitana e abbracci anche i territori contigui fino al basso avellinese. C’è bisogno di creare una complementarietà tra offerta delle aree turistiche e costiere, penso alle risorse dell’Irpinia, dalla bellezza dei paesaggi alla filiera agroalimentare. Napoli può diventare un grande attrattore, un brand che intercetti turisti ma nello stesso tempo sia in grado di valorizzare i territori dell’area metropolitana e non solo. Per fare ciò, c’è bisogno di rivedere il sistema dei trasporti, di garantire collegamenti rapidi su ferro e gomma con tutti i territori che gravitano intorno come il basso avellinese mentre decisiva può essere per i collegamenti con l’Alta Irpinia l’alta velocità. E’ chiaro che il capoluogo partenopeo ha bisogno di tutti i territori che sono intorno ad essa per essere competitiva. Di qui l’idea di una metropolitana regionale che colleghi con Napoli anche con i territori più periferici. O ancora possiamo immaginare di portare nelle aree interne l’industria digitale proprio come servizi per la terza età. Non possiamo utilizzare categorie superate per guardare al futuro, anche l’immigrazione è una risorsa indispensabile che dobbiamo, però, essere capaci di governare”.
Ribadisce come l’autonomia differenziata è un errore “poichè non si può immaginare la dimensione della piccola regione per affrontare problemi globali o si parte da una dimensione europea o non li si risolve. Con competenze così frammentate il ruolo del paese si indebolisce, la competizione tra regioni non fa bene al paese come la marginalizzazione del Sud, il futuro del paese non è in tante piccole regioni, è uno stato forte capace di valorizzare le risorse locali, non solo regioni ma città e comuni. Dobbiamo guardare alle necessità dei territori in maniera innovativa. Io sono disponibile a continuare con voi questo ragionamento per immaginare una progettualità intorno alla quale sia possibile ritrovarsi. E non è un caso che un contributo in questa direzione possa venire dall’Irpinia che ha sempre offerto un forte impulso di idee al processo di sviluppo”. E a chi lo incalza sui rapporti nel pd tra De Luca e Schelin taglia corto “Sono questioni che interessano gli elettori del Pd non ai cittadini. E’ importante, invece, governare bene, abbiamo i fondi del Pnrr da gestire al meglio per investire nelle infrastrutture”. Ribadisce come “E’ sempre possibile la riconciliazione, è positivo promuovere il dialogo, credo fermanente nel valore dell’unità”. Ribadisce, però, come “in un consesso democratico sia fondamentale ridare voce agli iscritti, a partire da un congresso”. E sulla possibilità di esportare il modello Manfredi ad Avellino “C’è bisogno di un fronte progressista che sappia unire esperienze politiche diverse e costruire una nuova agenda sociale”
Antonio Limone sottolinea come “non è pensabile per l’Irpinia rimanere in una condizione marginale e così distante da Napoli, è necessario costruire una strategia di collegamento tra aree interne e costiere. Chi ci impedisce di pensare che anche l’Irpinia possa trovare spazio con le sue ballezze negli itierari di un turista in vacanza a Napoli? Il raggio lungo della città di Napoli può raggiungere l’Irpinia. Sono cambiati i concetti di polpa e osso, è possibile immaginare una progettualità che parta dalle infrastrutture che costruisca un ruolo diverso per la città capoluogo in relazione all’Irpinia. La distanza tra città si supera se si costruiscono processi grazie alla politica. Ecco perchè lavoreremo a un documento da presentare alle istituzioni”.
Giuseppe Moricola spiega come si sia rafforzato lo spazio che separa tra Napoli e il resto dell’Irpinia “Oggi si avverte come una paura nei confronti di Napoli e si è incapaci di cogliere le mutazioni positive che vive questa città. Le politiche dei predecessori, tutte centrate sul tessuto urbano, trascurando l’entroterra, hanno accresciuto la distanza tra Napoli e Avellino. Mentre è chiaro che aria buona, energia pulita, caratteristiche della nostra Irpinia possono servire a una città come Napoli, sempre più congestionata. Possiamo immaginare accanto a un turismo mordi e fuggi un turismo lento, legato alla riqualificazione dei centri urbani o degli sgravi fiscali per gli studenti che soggiornano nei nostri territori. Ma il nodo è la classe dirigente, solo se ritroveremo una classe dirigente adeguata i nostri territori potranno tornare a sperare”
Amalio Santoro spiega come “Napoli fa luce ma il suo calore non arriva alle zone, schiacciata dalla sua area metropolitana. Tuttavia, non va da nessuna parte una metropoli in solitudine”. Ricorda come “l’Irpinia è ridotta a uno scantinato in cui mettere impianti fortemente impattanti, un territorio alla deriva”. Di qui l’invito a ripartire dalla lezione sturziana, dalla questioni concrete e dallo spirito di militanza. “Penso alla sfida dell’agritech che può collegare Napoli e Avellino, a temi come innovazione, ricerca e cultura. Oggi ci troviamo di fronte a una casa del cinema che rischia di smarrire la sua identità, a un teatro che fa fatica a diventare una scuola dei mestieri dello spettacolo. La stessa idea della scuola di paesaggio può guardare al recupero dei centri storici e mettere in collegamenti centri di ricerca napoletani e imprese irpine o ancora l’Irpinia può rappresentare un hub di energia alternativa”. Sottolinea con amarezza come “Il Pd sia stato un partito in evoluzione e non un riferimento. Ecco perchè Napoli può rappresentare una bussola, a partire dal suo ruolo di città della pace e del dialogo, capace di promuovere una cultura delle relazioni”