“Niente quorum, che delusione… nessuna cittadinanza, remigrazione”. È questo il testo degli striscioni affissi da CasaPound in decine di città italiane – anche davanti alle sedi della Cgil – , con cui il movimento ha voluto commentare “in modo netto e ironico” l’esito del referendum e la bocciatura del quinto quesito, quello relativo alla riduzione dei tempi – da 10 a 5 anni – per la richiesta della cittadinanza. E come in diverse parti d’italia, anche ad Avellino nella notte sono comparsi gli striscioni affissi dai militanti dell’organizzazione Casapound.
«Hanno tentato di mascherare le loro reali intenzioni – si legge in una nota del movimento – parlando di lavoro, dopo anni passati a demolirlo. Ma nemmeno con il consueto vittimismo mediatico, le lacrime strategiche in TV e gli influencer schierati sono riusciti a smuovere l’indifferenza degli italiani. Secondo CasaPound, la consultazione è affondata «nel silenzio generale, trascinando con sé vent’anni di narrazioni buoniste e colpevolizzanti. Il vero dato è che quattro milioni cinquecentomila italiani, che rappresentano il 35% di chi ha votato il referendum sulla cittadinanza, ha detto no».