“Per rilanciare il Mezzogiorno la politica non può bastare, c’è bisogno del sostegno di una società civile capace di formare una classe dirigente che unisca competenze e sguardo prospettivo”. A sottolinearlo è Lucio D’Alessandro, rettore del Suor Orsola Benicasa in occasione dell’inaugurazione della nuova sede del centro Dorso negli spazi della Casina del principe. Non nasconde le sue preoccupazioni sulla riforma legata all’autonomia differenziata “Non è ancora chiaro ciò che ci attende, non si conoscono ancora bene gli ambiti della società sui quali dovrebbe essere garantita l’equità. Non sono assolutamente contrario ma bisogna mantenere alta la guardia. Certo, non credo che Dorso, nella sua visione di sviluppo del Mezzogiorno, avrebbe sostenuto un progetto come quello dell’autonomia differenziata. Ma è sempre difficile analizzare il presente con lo sguardo del passato”. Sottolinea come il Suor Orsola porta avanti “da anni un rapporto collaborazione con il Centro Dorso, a partire dai corsi di formazione per amministratori pubblici. Ma il territorio ha soprattutto bisogno di una classe dirigente che possieda competenze, di qui l’idea di una business school, che riunisca università e istituti di cultura e che potrebbe trovare casa in un luogo come l’Irpinia in cui il tema del rapporto tra classe dirigente e Sud è forte”. Spiega come “L’Irpinia è stata caratterizzata da generazioni di politici di grande autorevolezza, da De Mita a Bianco e Maccanico, da Cassese a Savignano e Zecchino – Franco Festa ricorderà, poi, anche altre tre fugure cruciali per il meridionalismo come Manlio Rossi Doria, Carlo Muscetta e Federico Biondi ndr – che hanno risposto all’appello di Dorso dei cento uomini d’acciaio, un manifesto che aveva in sè una chiara valenza utopica. Ma è chiaro che, oggi più che mai, ci vuole una classe dirigente diffusa, capace di fare governance, di sfruttare le occasioni che la politica crea, ma fatta anche di professionisti che abbiano competenze e saperi tecnici”. E quando gli chiedono cosa resta della scuola di politica di Nusco, incarnata da Ciriaco De Mita “Era una scuola di ragionamento legata innanzitutto alla sua figura, il ragionamento resta un tema centrale per la politica, ma all’elaborazione del pensiero devono affiancarsi le competenze. La classe dirigente è fatta di consapevolezza, spirito critico e prospettico, riconducibili alla poltica ma anche di capacità di realizzazione, di competenze tecniche, che vanno formate”. E ricorda come lo stesso Dorso “Credeva nell’autonomia del Sud intesa come capacità endogena di fare, al di là dell’intervento dello Stato. Ci vogliono persone capaci, inserite nei gangli del privato e della pubblica amministrazione”. Ricorda come su questo territorio ci sono “alcune università della formazione veloce ma non è così che si costruisce la classe dirigente, si forma attraverso un sistema serio e articolato. Bisogna investire sui luoghi della formazione. Penso all’università e alla scuola, spesso sovraccaricata di compiti e responsabilità. E’ questa la vera chance che ha il Sud”. E sul Pnrr “E’ un grande problema non solo del Mezzogiorno, strettamente collegato alla sua classe dirigente e alla necessità di uno svecchiamento della struttura amministrativa, in molti casi bisogna fare i conti con normative complesse e non è facile la realizzazione degli interventi”
Il presidente del Centro Dorso Luigi Fiorentino sottolinea l’orgoglio di poter inaugurare la nuova sede nello spazio della Casina del Principe e spiega come “Un’istituzione culturale è chiamata a promuovere il confronto, mettendo a disposizione di tutti le proprie risorse, attraverso un rapporto organico con chi amministra”. Spiega come la vera sfida è fare del Sud “un ponte verso il Mediterraneo in termini sviluppo industriale e integrazione di culture differenti. Altro tema centrale su cui vogliamo interrogarci è quello dell’infrastrutturazione nel Mezzogiorno, a partire dal progetto dell’alta velocità Napoli Bari. Un problema che si ricollega a quello delle risorse Pnrr che devono essere spese bene e che investe tutto il paese. Vogliamo continuare a investire sulla formazione dei giovani e sulla costruzione di una classe dirigente ma anche riflettere su tematiche come scuole e asili nido, vogliamo interrogarci attraverso un dibattito a più voci sulla reale portata di una riforma come quella dell’autonomia differenziata e portare avanti ricerche sullo sviluppo. Siamo convinti che sia necessario costruire un osservatorio che offra agli studiosi dati e documentazione aggiornata a cui attingere”. E ribadisce che “c’è un problema di classe dirigente in tutto il paese. I termini dello sviluppo del Sud sono certamente diversi da quelli che riguardavano il Mezzogiorno di Dorso”
E’ quindi il sindaco Gianluca Festa a sottolineare come “non bisogna avere paura dei cambiamenti. La prima volta in cui ho parlato della possibilità di trasferire la sede del centro Dorso presso la Casina del principe sono stato travolto dalla polemiche. Ma la scelta di questo luogo segna anche la volontà di aprire il Centro Dorso alla città, attraverso uno spazio più facilmente fruibile rispetto a quella che era la casa della cultura Victor Hugo. Vogliamo investire su questa ricchezza. Oggi abbiamo dato rinnovata luce al patrimonio del Centro Dorso. Sono convinto che solo grazie al coraggio la città potrà migliorare”
Quindi spazio alla maratona di lettura estiva, giunta alla IX edizione, dedicata quest’anno alla figura di Guido Dorso, ripercorrendo i momenti più significativi della sua opera e della sua attività. A partecipare alla lettura collaboratori volontari, giovani, rappresentanti del mondo scolastico, istituzionale, religioso, dell’informazione. Tra loro anche Elisa Dorso che non nasconde la sua commozione per l’inaugurazione della nuova sede, che si fa omaggio alla memoria del padre. Ed è lei a tagliare il nastro insieme al sindaco Gianluca Festa, a Luigi Fiorentino, alla dirigente dell’Ufficio scolastico Provinciale Fiorella Pagliuca e al vicario del prefetto Maura Nicolina Perrotta. A portare i propri saluti anche Massimiliano Tarantino della Fondazione Feltrinelli a ribadire il valore di un centro che ha fatto del Mezzogiorno il centro del proprio interesse