Un uomo di 59 anni è stato sgozzato e decapitato dal fratello. La testa è stata poi gettata dal balcone. Il terribile omicidio è avvenuto nella tarda serata di ieri a Pannarano, in provincia di Benevento. Ad allertare i carabinieri sarebbe stato l’assassino. Al momento non si conoscono i motivi del gesto.
Ha approfittato che il fratello dormiva per recidergli la testa e gettarla dal balcone. E’ questa una prima ricostruzione dei militari fatta sulla scena del delitto consumatosi nella tarda serata di ieri a Pannarano, al confine con l’Irpinia.
L’assassino, Benito di 57 anni, ha ucciso il fratello Annibale, 70 anni, nella sua camera da letto. Secondo quanto si apprende pare che a scatenare l’ira di Benito sia stata una lite col fratello. Dopo averlo ucciso Benito si è rinchiuso in casa dove è rimasto fino a quando sono arrivati i carabinieri ed i vigili del fuoco.
Secondo una prima ricostruzione dei carabinieri il gesto sarebbe stato compiuto al culmine di una lite furibonda. Benito S., 59 anni, si è barricato in casa, aspettando l’arrivo dei carabinieri. Sulle prime non voleva aprire la porta, al punto che i militari hanno chiesto l’intervento dei vigili del fuoco. Poi si è convinto e ha lasciato che i carabinieri della compagnia di Montesarchio lo prelevassero e portassero via, in caserma, per essere interrogato e spiegare come un impeto d’ira potesse portare un uomo della sua età, 59 anni, a impugnare un grosso coltello da cucina e a colpire il fratello più grande di sei anni, Annibale. Colpirlo più e più volte, all’addome, al collo e infierire fino a recidere il capo e lanciarlo dal balconcino di casa.
Vivevano assieme da alcuni anni. Annibale era rientrato da Roma, dopo essere andato in pensione e soprattutto dopo aver perso la moglie. Era tornato nella casa di famiglia, in via Piano a Pannarano, in provincia di Benevento, dove era rimasto solo il fratello più giovane. La convivenza non è mai stata facile. Le liti erano frequenti. I motivi del delitto non si conoscono. I carabinieri stanno ascoltando dalla scorsa notte amici e conoscenti per ricostruire quel complicato rapporto tra fratelli e le ultime ore di vita di Annibale. La procura della Repubblica di Benevento ha aperto un’inchiesta e a breve affiderà l’incarico al medico legale per l’esame autoptico sul corpo della vittima, che si trova ora all’obitorio dell’ospedale “San Pio” di Benevento.
La vittima, un ex operaio, aveva deciso di godersi la pensione ritornando nel suo paese d’origine, Pannarano appunto. Qui si era stabilito da circa sei mesi andando ad abitare nella casa paterna insieme al fratello, che non era sposato. Una scelta, quella compiuta da Annibale Miarelli determinata soprattutto dalla volontà di ritornare nei luoghi dell’infanzia, dopo la morte della moglie con la quale ha vissuto per anni a Roma e l’indicibile dolore per la perdita di un figlio in giovane età avvenuta circa dieci anni addietro. Ma evidentemente la convivenza tra i due fratelli non era serena. Chi conosce Benito Miarelli dice che aveva manifestato già in passato segni di disagio psicologico e che spesso, ultimamente, andava in escandescenze. Forse anche per problemi conseguenti all’uso di alcol.
L’uomo era anche noto ai servizi sociali del comune sannita ed era seguito dagli assistenti del Comune. Un carattere difficile il suo ma nessuno in paese si aspettava che arrivasse a tanto. La vicenda ha destato clamore e incredulità tra gli abitanti. Sconvolgendo la serenità della piccola comunità di meno di duemila anime nell’entroterra della Campania. Qui, finora, non si era mai verificata una cosa del genere. Piccoli episodi di criminalità, solo una brutta e prolungata storia di abusi su un disabile venuta fuori nel 2011 ma per il resto un paese assolutamente tranquillo. Di qui l’incredulità di tutti. “Non ci sono parole – commenta la vicenda il sindaco di Pannarano, Antonio Iavarone – per quanto accaduto. Come amministrazione e come comunità siamo vicini ai familiari colpiti da questa tragedia. L’intera comunità è sgomenta e incredula di fronte al dramma che ha colpito una famiglia di brave persone. Benito Miarelli era seguito dai servizi sociali ma non ci saremmo mai aspettati una cosa del genere”