Fin da subito era apparso chiaro il panico provocato nel Pd, campano e nazionale, dalla discesa in campo di Bassolino. Un arnese della vecchia guardia Pci- Pds-Ds-Pd responsabile, da governatore, di molte nefandezze politiche pesantemente ricadute sulle tasche di noi cittadini. E tuttavia legittimato a correre alle primarie con le regole del gioco che lo stesso premier aveva dichiarato non sarebbero state cambiate. Poi la quasi-proposta (indecente!) di una norma ad hoc per bloccarlo, sommersa da dubbi e contrarietà. Pensavamo che il film fosse finito lì. Invece, il meglio era ancora da venire, sotto forma di un’operazione per far vincere le primarie e portare poi a sindaco di Napoli un esponente politico moderato non nativo-Pd. Con una convergenza da realizzare, insomma, fin dalle primarie tra Pd e Ncd. Un affaire gestito in modo talmente maldestro a livello regionale da far pensare a un altro, frettoloso tentativo di fermare una candidatura che le dirigenze del Pd ai vari livelli non sanno come fronteggiare. Il relativo lavorio sotterraneo è improvvisamente emerso a seguito di una riunione del centro-sinistra cui ha partecipato per la prima volta anche il NCD. il comunicato approvato recitava addirittura che "le forze politiche hanno elaborato le linee generali del regolamento per le primarie di coalizione". Da parte sua, il Pd regionale sottolineava l’adesione dei neo-centristi al percorso che condurrà alle primarie "riproducendo, anche in vista delle comunali napoletane, lo schema politico che sostiene l’alleanza di governo nazionale”. E il NCD, infine, aggiungeva che"le primarie saranno di coalizione, con la partecipazione principale delle forze politiche che sostengono il buon lavoro del governo Renzi".
*****
E così il pasticcio veniva rivelato urbi et orbi. Il possibile percorso comune tra Pd e Ncd addirittura fin dalle primarie non era stato mai dichiarato. E appariva in contraddizione con la moratoria interna invocata dal premier. Era chiaro che avrebbe suscitato un vespaio. E ridestato mai sopiti allarmi. Le diffuse proteste hanno poi provocato un fuggi-fuggi generale, del tipo avete capito male, io c’ero ma non ho sentito, io volevo dire altro, e così via. Anche questo tentativo rozzo e maldestro ha confermato il vuoto politico della dirigenza regionale del Pd, costretta a giocare di rimessa (e sottobanco!) perché incapace di esprimere, individuare e sostenere una candidatura autorevole per guidare la più grande città de! Mezzogiorno. Ancora più maldestre e poco credibili le smentite (Pd e Ncd) ai vari livelli. Fino a quella della acida maestrina Serracchiani, secondo la quale "al momento" non esisteva l’ipotesi di primarie di coalizione con Ncd.
*****
Così, la riproposizione delle alleanze nazionali a livello locale – fin dalle primarie -è rimasta orfana di padri e come sospesa in aria. Essa é stata partorita e/o malamente utilizzata dall’establishment regionale Pd, ansioso di sbarrare comunque il passo a Bassolino. Tuttavia, non c’è dubbio che essa si muova nell’alveo del disegno ultra-moderato e neocentrista del premier. Infatti, è stata smentita la possibile esistenza di un patto fin dalle primarie Pd, ma nessuno ha potuto finora di fatto negare il disegno politico al quale stanno lavorando molti esponenti di varie osservanze. E cioè quello di una possibile lista con la contemporanea presenza di esponenti Pd, di area Ncd e di altre forze centriste. Con la temuta, probabile concorrenza elettorale – fra le forze antagoniste a De Magistris – di una formazione civica capeggiata da un Bassolino in totale rottura con la svolta moderata del Pd.
*****
Al di là delle possibilità di riuscita di un tale piano, tuttavia, per lo statista di Rignano rimane il problema strategico. Quello di essersi ritrovato, da uomo di centro-destra, a capo di un partito di sinistra. Una contraddizione che il premier si è dato molto da fare per superare, con vari tentativi mai del tutto chiari, di inciuci vari. E forse di Partito della Nazione. All’inizio fu il Nazareno, l’ancora misteriosissimo patto con Berlusconi. E’ venuta poi l’intesa con Verdini (e con i cosentiniani!) il cui voto all’occorrenza garantirebbe allo statista di Rignano di mantenersi a galla! Con queste premesse, pensate che siano un problema l’ostilità della minoranza interna, l’abbandono di decine di migliaia di iscritti e le proteste di molti elettori, nostalgici dei miti e dei valori della sinistra? Ma via, queste sono cose del passato, oggi non c’è più distinzione tra sinistra e destra, parola di Renzi.