Acqua contaminata da tetracloetilene, il sindaco di Montoro Salvatore Carratù è stato ascoltato, questa mattina, in Procura. L’ufficio inquirente di Avellino guidato da Domenico Airoma ha aperto un fascicolo di indagine. Ancora nessuna iscrizione nel registro degli indagati. Il primo cittadino convocato, come persona persona informata sui fatti, e è stato ascoltato per far luce sull’annosa questione della contaminazione della falda acquifera. Nel frattempo, l’ordinanza di divieto resta in vigore, con autobotti a disposizione per garantire acqua potabile in tutte le frazioni.
E questa mattina il personale della Pg della Procura di Avellino avrebbe eseguito l’ordine di esibizione degli atti disposto dal pm che coordina gli accertamenti. Le indagini sull’area e sulla contaminazione che si ripropone a distanza di dieci anni dagli ultimi eventi e a quattro dalla riattivazione del pozzo di Chiusa con un sistema di filtri a carboni attivi e’ stata affidata dalla Procura guidata da Domenico Airoma ai militari del Nucleo Operativo Ecologico di Salerno, che già hanno condotto altri accertamenti sull’area. Molto probabile che si proceda per omessa bonifica, il reato previsto dall’ articolo 452-terdecies del codice penale, prevede infatti che:“Salvo che il fatto non costituisca più grave reato, chiunque, essendovi obbligato per legge, per ordine del giudice ovvero di un’autorità pubblica, non provvede alla bonifica, al ripristino o al recupero dello stato dei luoghi”.Un percorso che nello scorso novembre si è perfezionato con il piano di caratterizzazione. Le indagini anche della magistratura per comprendere cosa stia avvenendo e a cosa sia dovuta questa nuova emergenza vanno dunque avanti.
Intanto i carboni attivi nel pozzo dell’Alto Calore utilizzati a Chiusa saranno sostituiti, nonostante sia passato solo un anno dalla loro attivazione e ne servano almeno due o tre, nella “letteratura” scientifica per considerarli esauriti. Nonostante ciò l’amministratore unico dell’Alto Calore Antonello Lenzi, ha deciso in una manutenzione veloce.. Una misura precauzionale in attesa che si definisca lo stato della vicenda. Si attendono ora i rilievi, che già da ieri dovevano essere nella disponibilità del sindaco Salvatore Carratu’, ma non sono stati ancora ufficialmente comunicati.Nel frattempo, l’ordinanza di divieto resta in vigore, con autobotti a disposizione per garantire acqua potabile in tutte le frazioni.
Contestualmente, però, l’alto calore deve affrontare la crisi drica anche in Alta Irpinia. Una rete con circa quattrocento falle che disperde due terzi dell’acqua e da giugno obbliga ogni notte a chiusure dell’irrogazione in decine di Comuni per un bacino di centomila cittadini. Definito un piano di intervento d’emergenza con la Regione, il livello della fonte di Cassano – tornato a salire negli ultimi giorni – consente cauto ottimismo.