Da anti-Festa ad alleato ci passano 6 mesi. Si dice che lo scorrere del tempo declinato in politica sia amplificato. L’anno passato si è chiuso con il maxi-concerto di Capodanno. Nella centralissima Piazza Libertà di Avellino si esibì Antonello Venditti, presentato e accompagnato da Anna Pettinelli di Rds. Le cose in grande, come ha già dimostrato di saper fare l’amministrazione guidata da Gianluca Festa con il cartellone estivo e il boom del Ferragosto avellinese.
Passati gli auguri per l’anno venturo, che avrebbe messo in discussione gli equilibri politico-amministrativi con le comunali dell’8 e 9 giugno, il 4 gennaio il giornalista Rai, in odore di candidatura a sindaco con la coalizione di centrodestra, scende di fatto in campo pubblicando un post su Facebook: “Triste verità quella annunciata dal palco, la notte di Capodanno, dal sindaco Festa. Molto triste, per cui non capisco perché urlarla con tanta gioia ed enfasi spropositata, al limite del ridicolo.
Allacciate le cinture di sicurezza e preparatevi a decollare, cari concittadini che solo trasferendovi in altre città avete potuto trovare un lavoro“. Un’invettiva, – che segue quella del 17 agosto dove anche in quel caso ci fu un duro intervento di Genovese contro la gestione degli eventi estivi in città – che fuga tutti i dubbi sul suo ruolo di anti-Festa.
Il resto è ormai storia, con il “Patto Civico per Avellino“, con il quale Rino Genovese si propone agli avellinesi per essere eletto alla guida del capoluogo. Con il sostegno di Livio Petitto e Angelo Antonio D’Agostino. Le urne decretano al ballottaggio Antonio Gengaro e Laura Nargi. Il giornalista resta fuori, con un 21% di preferenze da gestire, indirizzare.
E così arriviamo ad oggi, all’ufficializzazione dell’accordo tra Genovese e Nargi sulla base della “condivisione del programma“, con l’ex vicesindaca che ha fatto della continuità con gli ultimi cinque anni la base fondante della sua proposta elettorale.
E allora a Nargi il merito di essere riuscita ad accaparrarsi l’altra fetta civica della città, e a Genovese quello di federatore per essere riuscito nell’impresa di rimettere insieme Petitto, D’Agostino e Festa.