Un invito a riscoprire l’essenza della nostra democrazia che parte da Dante per arrivare a Pasolini nel segno del valore della libertà. E’ quello che muove “Consistency. L’universo cristallizzato in forma poetica” del professore Alberto Granese, Edisud, presentato questo pomeriggio al Circolo della stampa di Avellino. “Dante – spiega Granese – è il primo ad opporsi al pensiero unico, a contrastare con il suo sguardo laico la visione teocratica del Papato. Al tempo stesso affronta il problema della giustizia e dell’armonia celeste, intesa come spirito di carità e fratellanza. Temi che sono, in fondo, i punti cardine della Rivoluzione Francese, su cui è costruita la nostra democrazia. Non ci sono dubbi, dunque, che la lotta per la libertà dell’Italia dalla dominazione straniera sia figlia della Rivoluzione Francese, i cui ideali arriveranno in Italia con Napoleone. Dalla lezione di questi autori arriva l’invito a riappropriarsi dei valori democratici, i principi che hanno guidato i padri del Risorgimento”. Richiama la rivoluzione napoletana del 1799 e il contributo di Mario Pagano alla stesura della prima Costituzione della Repubblica Italiana, legata alla tradizione riformista di Filangieri e Genovesi, fino a diventare riferimento delle prime due Repubbliche italiane, quella Cisalpina e quella Cispadana. Non possiamo dimenticare che vocazione originaria dell’Italia è quella di una Repubblica indipendente, unitaria e basata su principi democratici”. Pone l’accento sulla ricerca di Kafka, che analizza le modalità di formazione del potere, attraverso la lente della distorsione del reale e di Salvatore Quasimodo che individua l’uomo nuovo nell’Oreste di Eschilo, “Non è più l’uomo della fionda, il passaggio alla legge segna la transizione dalle società antiche a quelle democratiche”. Sottolinea come “La lezione di Dante arriva fino a Pasolini che richiama la figura di San Paolo e il suo messaggio inattuale, lo stesso lasciato da Papa Francesco”. E rilancia la speranza che “Il nuovo Papa possa ripartire dalla strada di San Paolo e Bergoglio, contro l’attualità omologante, succube del potere”.
E’ il professore Luigi Montella dell’Università del Molise a sottolineare il valore della riflessione che si snoda nel volume “necessaria per affrontare le sfide del nostro tempo, aprendo un dialogo con passato e presente, recuperando le radici della nostra realtà culturale legata ad Italia ed Europa”. Spiega come “il tentativo è quello di individuare una coerenza nel pensiero occidentale, segnato da conflitti e tensioni tra libertà e determinismo. Di qui il titolo ‘Consistency’, preso in prestito da Calvino che si carica di significati molteplici e sta per armonia e coerenza. L’obiettivo è quello di fornire una chiave di lettura del presente, della crisi che oggi viviamo”. Pone l’accento sulla “centralità del libero arbitrio che ritorna in tutti i saggi, a partire dal Paradiso di Dante. L’autore ci invita a interrogarci sulla possibilità di preservare l’autonomia del pensiero in un mondo condizionato da forze esterne. Ci ricorda l’importanza dell’armonia e della bellezza, a partire dalla rappresentazione foscoliana del tema della libertà. Non possiamo dimenticare che anche Garibaldi, nel recarsi in Inghilterra, sceglierà di rendere omaggio a Foscolo”- Quindi Montella si sofferma sul dibattito preunitario che caratterizza una delle sezioni del volume “a partire da autori come Pagano e Foscolo. Un dibattito che assume una nuova rilevanza in un tempo in cui diventa fondamentale riscoprire la centralità dei principi democratici e costituzionali e comprendere le modalità per difendere la democrazia e costruire un’identità rispettosa della diversità”. E chiarisce come “L’angoscia e l’alienazione diventano temi chiave per comprendere le dinamiche sociali e politiche e imparare a salvaguardare la nostra cultura senza cadere nel provincialismo o nel fondamentalismo. Contraddizioni, quelle legate all’identità, sottolineate con forza da Pasolini”. E spiega come “Alla base del volume c’è l’idea dell’opera letteraria come universo che si cristallizza attraverso un reticolo ideale e civile che unisce i diversi autori”. A fornire nuovi spunti di riflessione il professore Epifanio Aiello che ribadisce la coerenza di fondo del volume che affronta più temi, dalla riflessioni sull’oscurità del potere di Gramsci e Kafka ai versi di Quasimodo che vanno al di là dell’impegno civile fino all’antropologia sociale in Scotellaro e ai saggi su Pasolini che si caricano di una forte valenza politico sociale”.
Il professore Carlo Santoli dell’Università di Salerno si sofferma sulla metatestualità che caratterizza il volume “espressione della volontà di lanciare un ponte tra le barriere, dal dibattito preunitario alle aporie della modernità”. Fiore Carullo analizza i saggi dedicati a Pasolini, a partire dal concetto di egemonia culturale. intesa come capacità di ottenere il potere attraverso il consenso culturale e politico. Un concetto teorizzato dallo stesso Gramsci “Granese analizza il Pasolini che cerca di rompere l’omologazione e paga un prezzo alto per il suo coraggio, la sua idea di rivoluzione passiva incapace di modificare rapporti sociali, di conciliare analisi teorica e impegno politico”. A portare i propri saluti Edgardo Pesiri dell’associazione Carlo Gesualdo che sottolinea la crisi di valori che oggi viviamo e il valore che può rivestire la cultura mentre Annamaria Picillo di Avellino letteraria pone l’accento sull’impegno che porta avanti la rassegna nella valorizzazione letteraria.