Rino Genovese ha messo un punto fermo: nessun inciucio, ma una mozione di sfiducia alla sindaca Laura Nargi. Lo ha detto in un video. Non bisogna tirare a campare, ma tornare al voto ha ripetuto Antonio Gengaro. Nel nome della coerenza, meglio essere chiari, considerato che Palazzo di città in questi giorni sembra essere animato da una universale disponibilità all’amicizia interessata, una sensibilità che viola in certi casi le regole della politica. Amicizia intesa come scaltrezza politica necessaria a rattoppare una maggioranza senza i festiani.
Tanto per intenderci, il resto dei dem ha solo dato una eventuale disponibilità ad una sorta di appoggio esterno. Posizione politicamente legittima.
I numeri che contano sta cercando di trovarli il gruppo di pseudo maggioranza – ovvero di minoranza – della sindaca: l’unica soluzione possibile è il sostegno dei festiani senza Festa, ovvero conquistare in un modo o nell’altro la fiducia di qualche consigliere comunale festiano.
Senza troppo garbo istituzionale, col rischio di finire nel gorgo di pratiche consunte che violano il discorso politico effettivo e il principio della rappresentanza perché rispondono alla logica del tornaconto personale, dell’opportunismo trasversale, non solo ai gruppi politici ma anche alle istituzioni.
Più che di grandi manovre è piccolo cabotaggio. Che significa ammiccare ai festiani in ogni maniera nel tentativo di gareggiare sulla via del peggio. Si finisce così per mettere una pezza che è peggio del buco – in maggioranza -, seguendo traiettorie estranee ad una libera e responsabile lotta politica, o comunque ad ogni discorso politico.
E comunque, se l’obiettivo è galleggiare ancora per far qualcosa di indefinito, mettendo insieme una maggioranza posticcia senza Festa ma con i festiani, senza un programma lungimirante e reale ma infiocchettato per essere declamato e dimenticato, tanto vale, come dicono Gengaro e Genovese, andare al voto. Soprattutto sarebbe doveroso, come chiedono gli altri dem, perlomeno discuterne in consiglio comunale sulla base di proposte, di idee, senza ricorrere a compromessi politicamente non spiegabili, motivazioni, ambizioni, bisogni impellenti contrari all’interesse dei cittadini e che riguardano una sistemazione personale dentro e fuori le istituzioni.