Sarà la masterclass di Leos Carax a caratterizzare la terza giornata del festival Laceno d’oro promossa dal Circolo ImmaginAzione. Appuntamento domani, alle 18,30, al cinema Eliseo con il regista, ospite d’eccezione della rassegna. Seguirà la consegna del premio alla carriera, spazio poi alla retrospettiva dedicata a Leos Carax con “C’est pas moi”, inno al cinema/vita, alla propria biografia, ai (cattivi) padri, alla figlia Nastya, in una riletturache riflette anche sulla Storia, sul Novecento, e sulla verità dell’immagine. Si comincia, alle 15, al Partenio con la rassegna di corti “Gli occhi sulla città”, alle 16.30, per la retrospettiva Andrei Ujica “Out of the present”, alle 18.30, Toubab di Florian Dietrich, alle 20.45, per la retrospettiva Victor Erice “El Sur” . Dopo il cortometraggio Strangulation blues (1980), Carax ha esordito nel lungometraggio con Boy meets girl (1984). Lo stile personale e raffinato e la romantica disperazione dei personaggi hanno caratterizzato anche Mauvais sang (1986), Les amants du Pont-Neuf (1991), Pola X (1999). Come attore è apparso in King Lear (1987), The house (1997) e Process (2004). Nel 2008 ha diretto un episodio del film Tokyo!, mentre nel 2012 ha presentato al Festival di Cannes Holy Motors e nel 2021 Annette, che ha vinto il premio per la miglior regia.T ra i temi ricorrenti della sua produzione l’amore disperato, le sue storie sono spesso incentrate su amanti emarginati, disperati o al limite della società, che cercano un amore puro in un mondo corrotto. Centrale anche il corpo dell’attore (in particolare Denis Lavant) come strumento di espressione estrema. Le metamorfosi (l’uomo delle fogne, l’uomo scimmia, ecc., in Holy Motors). Ritorna continuamente anche la riflessione sul cinema, soprattutto in Holy Motors, Carax usa il film per interrogarsi sulla finzione, il ruolo dell’attore e la morte dell’arte.


