Sturno. La condotta adduttrice di Castelfranci va cambiata. È cosi che si è aperta l’assemblea dei sindaci, trentuno, compresi quelli della provincia di Benevento, che si sono ritrovati nel pomeriggio, nella sala consiliare di Sturno, convocati dal primo cittadino Vito Di Leo.
È la seconda volta, dopo quella di Ariano Irpino, dove il primo cittadino del Tricolle riuscì a metterne insieme più di sessanta. Due momenti diversi, stesso argomento: emergenza idrica.
“Quella di Castelfranci- esordisce Di Leo, intervistato prima da Rai regionale – è la condotta idrica con le maggiori criticità. Che ha costretto, più di una volta, nel corso degli ultimi mesi, a stare senz’acqua, anche per tre giorni, trentadue Comuni”.
Comunque, ancora una volta, aggiunge il sindaco di Sturno,”credo sia giunto il momento di far sentire la nostra voce”. Oltre a quelli irpini, c’erano anche i sindaci della provincia di Benevento, chiamati a fare “proposte concrete per la soluzione del problema”.
Invitati, anche i presidenti dei distretti idrici di Irpinia e Benevento, Beniamino Palmieri e Pompilio Forgione mentre non c’era il presidente di Alto Calore, Antonello Lenzi, perché impegnato in un’altra importante riunione. Quindi i consiglieri regionali Maurizio Petracca, Vincenzo Alaia, Livio Petitto e Vincenzo Ciampi; i consiglieri provinciali Franco Di Cecilia, Vincenzo Barrasso, Marcantonio Spera, anche nel ruolo di sindaco di Grottaminarda, e Laura Cervinaro.
“Dobbiamo concentrarci sulle difficoltà che ci arreca la condotta idrica di Castelfranci- continua Di Leo -. Ci sono ragioni di somma urgenza, è cosi che dovremmo intervenire: velocemente e con tre diverse ditte. In modo che i lavori procedano più facilmente”.
E fa vedere, attraverso un grafico, come quel tratto di un chilometro e mezzo attraversa i trentadue Comuni. Per la Regione “dare tre milioni di euro”, perché è la spesa ‘sostenibile’ non dovrebbe essere difficile”.
Evidenzia ancora Di Leo che, “questa è una emergenza che dura da troppo tempo. Oltremodo incomprensibile”. Ma perché non si è pensato prima? “La situazione a Castelfranci è precipitata-risponde Di Leo -. Ci sono risorse appostate, come per rutti i Comuni, ma i tempi sono lunghi”.
Come evitare il sessanta per cento delle perdite di acqua.”Vi assicuro che i progetti ci sono”.
Queste sono le proposte che poi sono state trascritte in un documento firmato, poi, da tutti.
Maurizio Petracca, consigliere regionale osserva: “Le richieste dei sindaci sono chiare. Stiamo lavorando per trovare ulteriori risorse. Stamattina con i vertici di Eic ci siamo incontrati per stanziarle.
Con la somma urgenza si potrebbe fare. Se pensiamo che a Montecalvo, tra qualche giorno, la condotta dell’acqua compie cento anni. Dobbiamo uscire fuori dall’emergenza. Consideriamo la vetustà degli impianti. Non dobbiamo rincorrere ma prevenirla, l’emergenza.
Ancora Spera:”Dobbiamo muoverci senza esitazioni, uniti e per tempo. Io, il documento, lo firmo da subito. L’emergenza idrica ci inibisce a dare molte cose: ad esempio, come pensiamo a fare turismo senza l’acqua? Come si invogliano turisti a restare da noi? E poi dobbiamo pensare alle nostre Comunità, ormai giunte sull’orlo di una crisi di nervi.
Angelo Lanza, sindaco di Flumeri, ha ribadito come “nel 2014 si rivendica ancora questo diritto.
Siamo noi sindaci – aggiunge – a soffrire le necessità dei territori. E dobbiamo dare le risposte, immediate, necessarie. L’intervento tecnico del consigliere provinciale Barrasso, invece, si è soffermato su una possibile quota che dovrebbe essere trasferita dalla regione Campania all’Alto Calore dopo accordi stipulati due anni fa con la Regione Puglia.
“Quei 49 milioni di euro adesso dove sono? Non saranno mica serviti a pagare i debiti della partecipata della provincia?”. Una integrazione al documento la chiede il sindaco di Mirabella Eclano, Giancarlo Ruggiero: “Allo stesso tempo-infatti, dice-istituito un tavolo permanente tra le istituzioni, proprio perché è una situazione di emergenza. E facciamo provvedimenti di somma urgenza per non arrivare, l’estate prossima ad una crisi idrica”.