“Quando una donna dice no è no. Insegnate agli uomini che un rifiuto non è un insulto alla virilità”. E’ innanzitutto un omaggio alla forza delle donne “che è la forza di tutte noi quando siamo unite” il concerto di Fiorella Mannoia, capace di emozionare il pubblico al Gesualdo, nell’ambito del tour “Fiorella Sinfonica-Live con orchestra”. Un omaggio evidente anche nella scenografia che richiama la sua Mariposa e racconta “il coraggio delle donne, a partire dalle sorelle Mirabal, assassinate dai sicari del dittatore Trujillo a Santo Domingo negli anni Sessanta. Accompagnata dall’Orchestra Sinfonica Saverio Mercadante di Altamura diretta dal M° Rocco De Bernardis, la cantante romana, bellissima nel suo abito bianco, elegante e sensuale, più forte del tempo che passa, ripercorre in una sala gremita i grandi successi del suo repertorio, rileggendoli ogni volta in maniera diversa con la sua voce calda e intensa. Da “Quello che le donne non dicono” a “Sally” di Vasco Rossi, da “La storia siamo noi” di De Gregori a “Margherita” di Cocciante, da “Il pescatore” a “Se fossi un angelo” di Dalla, da “Il peso del coraggio” a “Il cielo d’Irlanda”, da “Che sia benedetta” a Disobbedire, il singolo che dà il titolo al nuovo album che celebra i 70 anni dell’artista.
Ricorda come “La gentilezza è un atto rivoluzionario e siamo tutti combattenti, si combatte per un amore, per la salute, per sopravvivere. Ciascuno porta avanti la sua battaglia e deve rispondere alla propria coscienza delle sue azioni”. Ringrazia gli autori che hanno scritto per lei, si dice orgogliosa di essere un interprete ma l’interprete “deve essere attenta a non tradire”. E confessa di aver dedicato un libro al Sud “terra piena di dignità. Malgrado non abbia mai vissuto l’esperienza della maternità, ho cercato di immedesimarmi in queste madri che non vedono più i loro figli. Di qui l’idea di una lettera a una figlia immaginaria”. Il suo è anche un appello alla pace “E’ chiaro che non c’è la volontà politica di mettere fine alla guerra”. E racconta di come sia nata la canzone dedicata a Giovanna D’Arco “De Gregori mi chiese di cantare insieme. Mi confessò che mentre cantavo gli sembrava che avessi una corazza. Venti giorni dopo scrisse la canzone dedicata a Giovanna D’Arco e mi chiese di cantarla”. Al termine dello spettacolo sono tutti in piedi ad acclamare un artista, capace sempre di confermare il suo talento e la sua capacità straordinaria di tenere il palco.