E’ nella capacità di conservare intatta la sua essenza la forza della zeza di Bellizzi. riconosciuta dal 1974 come Bene Immateriale della Regione Campania. Lo spiega il presidente Ernesto Spartano, arrivato quest’anno a fine mandato, nel corso della conferenza stampa a Palazzo di città “Il nostro è un rito, non una festa, finalizzata alla valorizzazione di un patrimonio popolare antichissimo, un rito che portiamo avanti con il cuore, al di là della valenza turistica. Possiamo contare finalmente sul sostegno dell’amministrazione comunale che considera la zeza una ricchezza. Dopo 14 anni, è arrivato il momento di lasciare il passo ai giovani, ma senza abbandonarli del tutto per difenderli da chi non ama la zeza. Il sogno del Museo resta ma ci sono tanti ostacoli di carattere burocratico che ne impediscono la realizzazione”.
In prima liena anche il capozeza Pellegrino Iannaccone che sottolinea come “i giovani sono molto legati a questa tradizione ma anche la zeza di Bellizzi deve fare i conti con l’emergenza spopolamento. In tanti tornano da Torino o da Milano per partecipare al Carnevale. Altro problema è quello legato alla chiusura della scuola di Bellizzi. Educare fin da piccoli alla cultura della zeza è fondamentale e diventa tutto più difficile senza la presenza della scuola nel nostro quartiere”. Sui successi nazionali e internazionali della Zeza spiega come “Siamo stati ovunque, da Verona a Venezia, è il segno della bellezza della nostra tradizione e della sua capacità di continuare a conquistare il pubblico”. E annuncia la consegna del premio Terra di Zeza a Ottavio Giordano per il sostegno offerto alla Zeza e a Ernesto Spartano per aver dedicato la sua vita alla zeza. E un’ultima novità “Quest’anno – spiega Iannaccone – avremo anche la Fantazeza, ognuno sceglierà i propri zezaiuoli e guadagnerà punti, a seconda di ciò che faranno durante le sfilate”.
E’ il sindaco Laura Nargi, che spiega di aver voluto fortemente conservare la delega al Turismo, a sottolineare il valore di cui si carica il Carnevale in città: “Amore, cultura, turismo, folclore. E’ l’essenza del Carnevale cittadino, con la zeza di Bellizzi, cuore dell’offerta turistica irpina. Lo scorso anno ho avuto l’onore di ricevere il premio Terra di Zeza, tra i riconoscimenti più belli che abbia mai avuto. Anche quest’anno saremo al fianco di Ernesto Spartano, di Pellegrino Iannaccone di tutti gli zezaiuoli”.
A’ Giuseppe Silvestri, presidente provinciale Unpli, il compito di sottolineare come “La sfilata dei Carnevali irpini è tra le tradizioni più attese in città. L’obiettivo deve essere quello di guardare al nostro tempo, senza dimenticare il legame con la cultura contadina. Un appuntamento capace di coinvolgere sempre di più i piccoli”.
Si parte domenica 2 marzo con la sfilata per le strade di Bellizzi per approdare al Corso Vittorio Emanuele per la tradizionale esibizione nel capoluogo. Insieme alla Zeza di Bellizzi, ci saranno la Zeza di Capriglia, la Zeza di Cesinali, zeza di Mercogliano e Monteforte, Ballo ntreccio di Banzano, Borgo Montoro, Figlioli di Montoro, Petruro di Forino, Ospedaletto e Piazza di Pandola a Montoro, i Tarantellati di Volturara, Laccio d’amore di Marzano di Nola, Laccio d’amore di Pago Vallo Lauro. Quindici, Taurano, Mascarata Mabi di Serino, Mascarata rivus di Serino e Scquacqualacchiun di Teora.
Nel pomeriggio tappa ad Aiello del Sabato, Borgo Ferrovia e Bellizzi. Il 4 marzo la sfilata raggiungerà Corso Vittorio Emanuele, quindi il consueto spettacolo a Palazzo di Città, con la consegna del premio Terrza di Zeza, alle 16, tappa a Pratola Serra e Bellizzi. Gran finale, alle 20, nell’anfiteatro di Bellizzi con lo Zezone.
Un rito, quello della Zeza di Bellizzi, che affonda le radici in un’antica tradizione popolare, capace di unire canto, recitazione e musica, senza rinunciare all’improvvisazione. La canzone di Zeza va infatti in scena dal ‘600 con la presenza esclusiva di attori anche nei ruoli femminili. Una tradizione che troverà terreno fertile anche a Bellizzi Irpino, che per la posizione geografica e le bellezza dei luoghi, durante la stagione calda ospitava i regnanti napoletani che si dedicavano alla caccia. Da allora la Zeza di Bellizzi conserva lo stesso canovaccio. Il testo è stato, però scritto solo qualche decennio fa quando il maestro Roberto De Simone, ne fece uso per inserirlo nella famosa “Gatta Cenerentola” con la quale vinse il festival dei Due Mondi di Spoleto. A chiudere la rappresentazione una grande Quadriglia guidata dal Capozeza che coinvolge tutti i personaggi in una danza scandita da specifici movimenti e segnali di comando.