Il leopardiano venditore di almanacchi quest’anno si è raddoppiato. Sono in due, Di Maio e Salvini, e vendono i loro almanacchi taroccati non andando di porta in porta e cercando di convincere l’ignaro “passeggere” ma, con una tecnica più sofisticata e manipolatoria, parlando direttamente al popolo del Web attraverso i social ed i media. La loro è una narrazione fasulla, descrivono una realtà inesistente usando parole che non hanno più un loro significato oggettivo ma sono piegate ad indicare ciò che convienea chi le usa.
Il nuovo anno – dicono – sarà migliore di tutti quelli dei precedenti governi: sarà l’anno del cambiamento. Le premesse sono tutte nella manovra del popolo, anche se abbiamo dovuto correggerla per volere dell’Europa così come hanno fatto i precedenti governi e abbiamo dovuto imporla al Parlamento, in un tour de force di fine anno, a scatola chiusa e a colpi di fiducia. Le promesse elettorali sono state mantenute: dal reddito di cittadinanza a quota cento per le pensioni, dalla diminuzione delle tasse agli investimenti. Abbiamo sconfitto la povertà, così come avevamo annunciato brindando dal balcone di palazzo Chigi. Abbiamo annullato la Fornero, bloccato l’aumento dell’iva, diminuite le tasse,aumentati gli investimenti. Siamo sicuri di una crescita dell’1,50 del PIL (prodotto interno lordo); assicureremo un lavoro ai giovani e abbiamo aumentato le pensioni minime, tagliando quelle d’oro e i vitalizi. Tutto questo troverete nell’elenco delle cose fatte, pubblicato su Facebook, che troverete anche nei nostri almanacchi!
Questa la narrazione dei due populisti di qualità che vendono illusioni e speranze a coloro che si aggrappano a queste per continuare a vivere.La verità, purtroppo, è diversa come ogni “passeggero” raziocinante e accorto può facilmente intuire. Il reddito di cittadinanza si sta dimostrando un castello di carta destinato a cadere al primo refolo di vento. Dei diciassette miliardi occorrenti per una platea di sei milioni di poveri e di disoccupati, ce ne sono appena sei, sufficienti per un terzo e per poco più di due anni.Quanto al lavoro è un’utopia, specie al sud che, se passa l’autonomia fiscale alle regioni del nord, è abbandonato definitivamente al suo destino di sottosviluppo e di povertà.L’imposizione fiscale e, complessivamente, aumentata. Sono riusciti ad aumentare le imposte perfino sulle associazioni no profit e di volontariato. Le pensioni normali (da 1500 euro lorde in su) non avranno perequazione, e i tagli delle pensioni d’oro e dei vitalizi portano pochi spiccioli se non verranno bocciate prima dalla magistratura. I pochi fondi destinati alla quota cento basteranno per qualche centinaio di migliaia di pensionati che si vedranno ridotte le pensioni fino al 30%. Per il resto le solite regalie presenti in tutte le leggi di bilancio precedenti. Naturalmente tutto a debito, violando accordi sottoscritti e perfino la Costituzione .
In compenso hanno tolto il permesso umanitario e bruciato le baracche ai migranti, chiudendo gli SPRAR e costringendoli alla illegalità. Hanno chiuso i porti alle navi con a bordo donne e bambini perfino nel giorno di Natale senza neanche un pacco viveri. Hanno concesso libertà di uccidere per legittima difesa chi, anche se disarmato, entra in casa, anche se solo nel giardino per rubare. Hanno previsto, come i peggiori governi del passato, i soliti condoni e risparmiato gli incalliti evasori fiscali. Il ministro dell’interno – che si sta rivelando il peggiore di sempre, facendo rimpiangere persino il modesto Alfano, si fa fotografare, cambiando felpa come le camicie, tra una Nutella e un capo ultras, spingendo con l’esempio ed il comportamento all’odio ed al razzismo, come è avvenuto persino nella civilissima Milano con i cori razzisti contro un giocatore del Napoli di pelle nera e si dichiara contrario alla chiusura degli stadi in casi di violenza e di razzismo.
Il pessimismo leopardiano sarebbe d’obbligo, ma ad inizio d’anno è lecito augurarsi il meglio. In Italia le forze sane sono tante e valide. Necessitano solo di essere ben rappresentate in Parlamento. Speriamo che venga al più presto. Questo è il nostro augurio. Buon anno a tutti.
NINO LANZETTA