L’avvenuta presentazione delle liste per le prossime amministrative ingenera, abitualmente, la tentazione di formulare valutazioni e riflessioni attinenti ai personaggi candidati a sindaco e consiglieri al prossimo Consiglio Comunale di Avellino. A fronte di questa diffusa consuetudine e forte del mio costante sforzo di compostezza di giudizio, ritengo che il problema più serio e immediato sia afferente agli elettori che dovranno esprimere il loro consenso.
A tal riguardo riemergono le “dolenti note” sulla capacità e responsabilità degli elettori stessi. Nel merito della questione, ormai non più recente, va premesso che la comunità avellinese ha dimensioni modeste, tali da consentire a tutti la conoscenza della storia personale, culturale, professionale e politica di tutti i suoi appartenenti e degli stessi candidati. Tale positiva situazione dovrebbe consentire a tutti i cittadini che vanno a votare – speriamo nella totalità – di esprimere un voto libero, motivato, responsabile in ordine alla affidabilità complessiva dei futuri amministratori. Questa auspicata coerenza interromperebbe il lungo e armato muro del pianto di coloro che, ad elezioni avvenute, si sentono delusi e consapevoli per aver sbagliato nell’esercizio dell’unica libertà ancora totalmente operante, quella di scegliere gli amministratori ritenuti più validi.
È questa la questione di fondo di tutti i momenti elettorali e per Avellino, dopo l’esperienza dell’ultimo consiglio comunale – premesso che fa comodo a tutti addossare al sindaco Foti tutte le colpe possibili – è ancora più fondamentale votare con cosciente responsabilità indirizzando il consenso verso candidati che – come cittadini, come professionisti o lavoratori in genere, come genitori o figli di famiglia, come responsabili di qualsiasi ambito relazionale con la gente o come ex amministratori – abbiano mostrato dignità comportamentale, capacità di lettura delle questioni quotidiane della comunità e, infine, responsabilità trasparente, a tal punto da meritare il consenso dell’elettorato.
Quando attualmente, con un ritmo quasi quotidiano, sentiamo parlare di gruppi o bande organizzate solo per difendere evidenti o nascosti interessi di parte, dovremmo tutti sentirci direttamente responsabili del futuro della nostra comunità, con tutti i suoi irrisolti problemi umani, ambientali, di funzionalità dei servizi, di umanizzazione delle periferie, di totale sfiducia nelle istituzioni che, spesso, sfocia nella devianza o nella violenza verso persone o cose.
La consapevolezza che i futuri amministratori saranno coloro che noi stessi sceglieremo dovrebbe costituire la via maestra della necessaria e motivata responsabilità nell’espressione del consenso: sarà deleterio, oltre che sciocco, dare la colpa agli eletti o a coloro che irresponsabilmente hanno contribuito alla loro elezione, se il futuro Consiglio Comunale di Avellino – come tutti i futuri consigli comunale degli altri comuni irpini chiamati al voto – non sarà quello che avevamo immaginato. La nostra consapevolezza civile dovrebbe convincerci che le bande organizzate per la difesa egoistica dei loro interessi, sorgono se attecchiscono nel pabulum dell’ignoranza o della irresponsabilità
di Gerardo Salvatore edito dal Quotidiano del Sud