Cercare la via d’uscita dalla crisi, oppure vivere alla giornata? E’ il dilemma che serpeggia tra i delusi, rispondere ad entrambi i quesiti è la soluzione di Ancelotti, non ha accettato nessuna delle due la società, e per essa, il Presidente, spedendo tutti, tecnico compreso, a rimuginare nel ritiro di Castelvolturno, avendo, almeno per il momento, ripiegato nel cassetto ogni tentativo velleitario di contendere il primato a Juve ed Inter. Molte tv hanno cercato di affondare il dito nella piaga, elaborando tutti gli interrogativi possibili per conoscere la verità di ciò che sta accadendo nel Napoli: colpa del trainer, dei calciatori, del Presidente, della VAR, e le percentuali di risposta si equiparano, insomma sono tutti, chi più chi meno, colpevoli del flop delle prime undici partite di campionato, e le statistiche non possono che tornare, per ritrovare una situazione simile, maledettamente indietro nel tempo, andando con la memoria alla gestione Donadoni, sostituito poi da Mazzarri, sempre dopo un ko all’Olimpico contro la Roma. Ora, forse, potremmo sollevare un polverone, ma una piccola insinuazione la si può lanciare: l’incomprensione Insigne-Ancelotti è stata superata con un abbraccio oppure aleggia ancora nello spogliatoio? L’espressione di Lorenzo non è quasi mai serena, spesso e volentieri, e le riprese televisive lo dimostrano, è sempre critico nei confronti dei compagni, e le uscite polemiche del fratello sui social sembrano quasi voler sempre attizzare il fuoco, d’altro canto, l’allenatore glissa sull’argomento, non parlando mai dei singoli e insistendo sul far giocare il “piccoletto” di Frattamaggiore, molto lontano dalla porta , sistemandolo sulla linea di centrocampo, con l’opportunità di affondare ma partendo da lontano, e non sfruttando la rapidità che possiede quando è già ai limiti dell’area di rigore. Che sia chi comanda nello spogliatoio, Insigne lo è per davvero, e non vorremmo che sia diventato il capo di una mini rivolta, al punto che, forse, De Laurentiis non smette di rimproverarlo per la sua immaturità, non calcistica. Ci sarebbe stata una rivolta popolare se avesse ceduto alle lusinghe di club italiani e stranieri per averlo alla loro corte? Dubitiamo, comunque è ora che si faccia luce su questa vicenda, preferibilmente a valle della qualificazione agli ottavi in Champion’s, che, salvo prove opache o di superficiale concentrazione, dovrebbe essere ad un passo dall’essere conquistata, garantendo serenità all’ambiente che è forse la ragione unica per cui non si ottengono risultati concreti in campionato. E un altro enigma, che però fa capo all’allenatore è la cosiddetta garanzia del posto da titolare: non può, ogni calciatore, dover essere messo alla prova ad ogni partita, decida, una volta per tutte, lo schieramento titolare ed insista su questi atleti almeno per due partite consecutive, infortuni e squalifiche a parte, ricordando che ancora si è in attesa di sapere quale è il destino di Ghoulam, ora che la penuria di terzini sinistri si fa sempre più evidente. Ed ora, chi si estranea dalla lotta…..
Adriano Mongiello