E’ un omaggio al regista Antonello Matarazzo quello promosso dal Consolato d’Italia di Smirne di Casa Italia, in occasione della presentazione del film Pablo di Neanderthal al Foça Film Days, rassegna dedicata quest’anno al tema “Persone che preservano cultura”, con il coordinamento dell’Istituto italiano di cultura di Istanbul. A raccontarsi il 12 ottobre sarà l’artista-cineasta Antonello Matarazzo nel corso di un incontro che sarà moderato da Bruno Di Marino, docente all’Accademia di Belle Arti di Roma. Sarà proposta una selezione di lavori realizzati da Matarazzo nell’arco di oltre 15 anni, da opere di videoarte a installazioni, da music video a lavori che si interfacciano con la danza, il design, la performance e la fotografia, e che vanno a costituire un universo composito e metamorfico dove la ricerca sul dispositivo giocano da sempre un ruolo centrale. I suoi video e lavori sono stati accolti da numerosi festival cinematografici italiani e internazionali, alcuni dei quali come la Mostra del Nuovo Cinema di Pesaro, Festival de Cine de Mar del Plata e Festival Signes de Nuit hanno proposto sue retrospettive. Nel 2019 l’Istituto Italiano di Cultura di Tirana ha programmato un suo focus presso la Galeria Kombëtare e Kosovës di Pristina. Il nucleo della sua ricerca si fonda sull’equivocità tra immagine fissa e movimento, il trait d’union tra pittura e video-installazioni è costituito dall’inclinazione nell’indagare aspetti introspettivi e antropologici. Il suo lavoro è stato presentato alla 53° e 54° Biennale d’Arte di Venezia.
Un immaginario filmico, quello di un artista come Antonello Matarazzo, che non può non risentire innanzitutto della sua formazione pittorica. La pittura, da lui progressivamente abbandonata a partire dai primi anni ’00 a favore delle immagini in movimento, ha non poco influenzato l’esattezza del proprio sguardo coniugata anche alla necessità di un gesto, sempre limpido e perentorio, che cerca di tradurre in immagini (in movimento o meno) il caos del mondo. Matarazzo si rivela capace di esplorare al meglio le possibilità del mezzo, muovendosi sempre in bilico tra documento, racconto e performance, tre elementi che si fondono grazie a un lavoro profondo di sperimentazione audio-visuale.
Pablo di Neanderthal si fa racconto dell’estetica dell’artista Pablo Echaurren, che lega il suo lavoro odierno e passato all’evoluzione umana. Il film esplora le molteplici relazioni tra arte, evoluzionismo e bricolage, partendo dalla teoria secondo la quale l’Uomo di Neanderthal e l’Homo Sapiens si sono trovati a convivere per un certo arco di tempo, alla fine del quale ha prevalso quest’ultimo, con le conseguenze evolutive che tutti abbiamo sotto gli occhi. Dalla scheggia di selce dell’uomo primitivo alle creazioni e all’impatto dirompente di Marcel Duchamp nella storia dell’arte, al centro della pellicola l’idea che l’evoluzione non è mai lineare ma “si comporta come un bricoleur, che nel corso di milioni e milioni di anni rimaneggia lentamente la sua opera, ritoccandola continuamente”.
Il lungometraggio è diretto e prodotto da Antonello Matarazzo con sceneggiature di Bruno Di Marino, Pablo Echaurren e Antonello Matarazzo. La fotografia e il montaggio sono stati curati dal regista, musiche di Rocco De Rosa e suono di Canio Loguercio.
Il film vanta la partecipazione degli attori Pablo Echaurren, Bruno Di Marino, Giuliano Sacco, Martha Festa, Mario Tozzi e Giorgio Manzi.