“C’è una terza via per far uscire il Comune di Avellino dalla situazione di stallo in cui si trova ormai da sei mesi”: lo dice l’avvocato penalista Francesco Turco, ex segretario cittadino del Ppi avellinese. Lo stallo a cui si riferisce è quello che vede il Comune schiacciato tra la crisi politica e l’inchiesta Dolce Vita. “Quella che propongo – spiega Turco – è una terza via, più veloce delle altre. Basta sollecitare con un’interpellanza parlamentare il ministro dell’Interno Piantedosi e chiedere che il governo, dopo tutte le verifiche del caso, valuti l’invio o meno di un commissario prefettizio. E lo dico nell’interesse della stessa sindaca Laura Nargi. Perché qui stiamo parlando di una questione di sicurezza pubblica: la Procura di Avellino sta procedendo, con l’inchiesta Dolce Vita, per reati molto gravi, e tra questi l’associazione a delinquere, reati che vanno a toccare in maniera diretta il normale decorso della vita pubblica cittadina”.
L’avvocato Turco, oltre che di diritto penale, se ne intende anche di politica, e non solo perché è stato segretario cittadino del Partito popolare italiano, ma anche e soprattutto perché già da piccolo bazzicava le stanze del Municipio di Avellino, quando la sede era a Palazzo De Peruta, visto che il padre è stato per tre mandati sindaco. Oggi chiede di sapere se il prefetto si sia già mosso per affrontare la delicata situazione politico-amministrativa che si sta vivendo in città da quando l’inchiesta sui presunti concorsi truccati e le presunte tangenti sugli appalti si è abbattuta sull’amministrazione Festa: “L’unico strumento di cui dispone il prefetto in questi casi – dice Turco – è il Comitato per l’Ordine e la Sicurezza, ma se lo ha utilizzato – dice Turco – non ne abbiamo avuto notizia”. Se invece non lo ha utilizzato, aggiunge, bisogna sollecitarlo: “E’ una terza strada che andrebbe percorsa – ci spiega – perché consentirebbe alla città di uscire da una situazione di stallo senza dover aspettare i tempi, necessariamente lunghi, del procedimento giudiziario, e senza dover rimanere ostaggio dei capricci politici di una maggioranza che si è dimostrata plasticamente litigiosa fin dai primi giorni dell’insediamento”.
Ecco l’iter che prevede questa “terza via”: “Il primo passaggio è strettamente politico. Perché c’è bisogno di arrivare in Parlamento con un’interpellanza al ministro. E visto che la maggioranza consiliare è di natura civica, sarebbe quindi un compito che spetta all’unico partito che c’è in Assise, il Pd. Tramite un deputato o un senatore potrebbero presentare l’interpellanza e chiedere l’intervento del governo per fare chiarezza sulla situazione del Comune capoluogo. A quel punto il ministro si dovrebbe interfacciare con il prefetto di Avellino facendosi relazionare in merito. Alla luce di questa relazione, infine, il governo potrà decidere sull’opportunità o meno di inviare un commissario”.