Inchiesta dolce vita, si è tenuta questa mattina l’udienza davanti al giudice per le indagini preliminari Giulio Argenio, chiamato a decidere sulla richiesta di distruzione di una serie di intercettazioni ritenute irrilevanti nell’ambito dell’inchiesta condotta dalla Procura guidata da Domenico Airoma. Al termine del confronto tra accusa e difesa, il giudice si è riservato la decisione, il cui esito è atteso in serata o al massimo domani.
La questione ruota attorno a sei progressivi audio, sui quali il Pm ha espresso parere contrario alla alla distruzione dei file indicati, ritenendo quei sei file ancora utili alle indagini. Soprattutto ha messo in evidenza la volontà di non voler frammentare molto il materiale probatorio acquisito. Di parere opposto i difensori dei due principali indagati, Gianluca Festa (ex sindaco di Avellino) e dell’architetto Fabio Guerriero, che ne contestano l’irrilevanza investigativa di alcune intercettazioni.
L’avvocato Marino Capone – difensore di Guerriero – in aula, e videnzuiato come “alcuni dei progressivi indicati dall’accusa non facevano parte degli accordi precedenti intercorsi con la Procura in merito alla distruzione dei file irrilevanti”. Ha inoltre citato alcuni esempi di contenuti ritenuti privi di valore probatorio: “In un progressivo si dice cheun dirigente comunale si sia preso le ferie’, in un altro, la Smiraglia, afferma ‘sono riuscita ad abilitarmi sulla piattaforma’. È evidente che questi frammenti non hanno alcuna attinenza con le ipotesi di reato”, ha dichiarato Capone.
La difesa ha inoltre rimarcato la necessità di distinguere tra il ruolo della polizia giudiziaria e quello dell’Ufficio della Procura nella valutazione della rilevanza dei materiali: “È la Procura a dover decidere cosa sia utile all’indagine, non la polizia giudiziaria. Stiamo lavorando su due binari diversi”, ha aggiunto Capone.
L’avvocato Concetta Mari, difensore di Festa insieme all’avvocato Luigi Petrillo, ha sostenuto le osservazioni del collega. In particolare, ha evidenziato la possibilità che, in futuro, emergano altri file suscettibili di distruzione: “Ci riserviamo la facoltà di richiederne l’eliminazione qualora dovesse rendersi necessario”.
Il pubblico ministero ha replicato con fermezza, sottolineando la necessità di evitare un’eccessiva frammentazione del procedimento: “Questa udienza è stata fissata tempo fa. Non possiamo tornare a discutere ogni volta nuovi file, altrimenti diventa un’udienza infinita. Una volta assunta la decisione su questi progressivi, la questione deve considerarsi chiusa”.
In aula è stata comunque condivisa la possibilità di procedere con una distruzione parziale dei progressivi, limitata cioè alle sole porzioni non pertinenti ai fini investigativi. La decisione ora è nelle mani del giudice Giulio Argenio, che si è riservato di pronunciarsi. Solo dopo questo passaggio si potrà eventualmente procedere con la richiesta di rinvio a giudizio per i 28 indagati coinvolti nell’inchiesta “Dolce Vita”.