Rosa Bianco
Ieri sera, presso la suggestiva Sala delle Arti di Manocalzati, ha avuto luogo un evento memorabile, nato sotto l’egida dell’Associazione Musicale Igor Stravinsky” e firmato dalla direzione artistica del Maestro Nadia Testa. Il concerto dal titolo “Bellini vs Chopin – Il vero volto di Bellini”, inserito nella rassegna “Innamorati della Musica: sfrutta e gratta la Nota!”, ha regalato al pubblico un’esperienza intensa, raffinata e profondamente umana.
Abbiamo assistito non a una sfida, ma a un dialogo tra due spiriti affini: Vincenzo Bellini, omaggiato a 190 anni dalla morte e Fryderyk Chopin, suo contemporaneo e fratello d’anima nell’estetica del sentimento. A portarci in questo viaggio straordinario sono stati due interpreti di altissimo livello: il soprano Dominika Zamara, dalla vocalità limpida e struggente, e il pianista Donato Giupponi, capace di evocare, con tocco elegante, tanto la malinconia quanto il fervore.
Il programma ha aperto con le romanze belliniane – “Vaga luna che inargenti”, “Farfalletta”, “Dolente immagine di Fille mia” – che Dominika Zamara ha saputo rendere con delicatezza eterea e consapevole musicalità, restituendo l’anima melodica del Cigno catanese. Il pianoforte di Giupponi ha sostenuto e arricchito ogni frase, mantenendo vivo il respiro lirico di Bellini anche nei momenti solistici.
Con Chopin, la serata ha assunto sfumature più intime e nazionali. I Canti polacchi dell’op. 74, spesso poco eseguiti, sono emersi come preziosi cammei: “Pierścień”, “Smutna rzeka”, “Leci liście z drzewa” e “Dumka Lied” hanno rivelato un Chopin cantore del dolore e della nostalgia, lontano dalle sale da concerto e vicino ai moti dell’animo più autentici. Il soprano Zamara ha dato voce a testi ricchi di simbolismo e struggimento, tra la fierezza della tradizione polacca e la fragilità universale dell’essere umano.
I brani pianistici di entrambi i compositori, offerti come intermezzi, hanno ulteriormente impreziosito la serata, mostrando la complementarità tra due poetiche: quella lineare, trasparente, “italiana” di Bellini e quella introspettiva e sospesa di Chopin.
Nel corso della serata ho avuto il piacere di proporre un intervento culturale di approfondimento dedicato ai Canti pastorali dell’op. 74 di Chopin, illustrando al pubblico il contesto letterario, storico e simbolico di queste preziose miniature musicali. È stato un momento di riflessione condivisa, che ha contribuito ad arricchire l’ascolto e a collegare le radici popolari della musica chopiniana al suo lirismo più elevato.
A chiudere l’evento in leggerezza, con spirito di partecipazione e gioia collettiva, c’è stata una simpatica lotteria a tema: “Sfrutta e gratta la nota”, che ha coinvolto con entusiasmo il pubblico presente. Subito dopo, si è tenuto un momento conviviale “fruttuoso”, allietato da dolcini, fragole fresche e panna, in un clima di autentica convivialità che ha fuso arte e umanità.
Il concerto non ha soltanto celebrato due giganti della storia musicale: ha ricordato a tutti noi quanto ancora oggi la musica possa consolare, ispirare, risvegliare coscienze e memorie.
Quella di sabato è stata una serata in cui la cultura ha vinto, in cui la bellezza ha prevalso sul rumore del mondo. E se l’obiettivo della rassegna era farci innamorare della musica, allora sì: lo ha pienamente raggiunto.