L’ex sindaco di Avellino, Gianluca Festa, torna in tv e torna a parlare dell”inchiesta Dolce Vita che lo vede tra i principali indagati con le accuse che vanno dall’associazione a delinquere alla rivelazione del segreto d’ufficio, alla corruzione per l’esercizio delle funzioni, al peculato. In un’intervista al programma 10minuti+10 di Telenostra, condotto da Norberto Vitale annuncia nuovi e imminenti sviluppi. “Nelle prossime settimane ne vedremo delle belle, le assicuro che quello che ho detto non è ancora nulla rispetto a quello che uscirà e qualcuno passerà qualche giorno un po triste e sconsolato”. Ma sembra una minaccia, che vuol dire? gli chiede il giornalista Norberto Vitale, invocando una spiegazione al suo interlocutore.
“E arriva il secondo passaggio: “No, perche’ verranno fuori dei fatti. Usciranno dei fatti gravi. Aggiungo una cosa che mi fa sorridere: quando l’ Anm dice che i giudizi si fanno in Tribunale, rispondo: magari. Il giudizio l’ ho subito in piazza, ho subito una condanna e ho anche scontato una condanna, perché per sei mesi ho visto l’accusa parlare e non il terzo giudice ma l’accusa parlare. Avevo il divieto di poter parlare e per sei mesi ho subito solo accuse, senza poter difendermi”.
Festa non si è risparmiato ancora una volta nel commentare l’operato della magistratura, distinguendo tra giudici che considera “esemplari” e altri verso cui ha espresso dure critiche. “Ad Avellino ci sono magistrati straordinari, ma non tutti. Io sono stato oggetto di un’attenzione investigativa spropositata: intercettazioni, pedinamenti, telecamere. Parliamo di 37 utenze telefoniche sotto controllo, 12 dispositivi di sorveglianza installati e una spesa di due milioni di euro. Nemmeno contro la camorra si vedono risorse del genere”.