L’assessore revocato dalla sindaca Laura Nargi, Leandro Vittorio Savio, se ne va sbattendo la porta, anzi di più: “Impugnerò la revoca, e con il risarcimento costruirò una palestra per la città di Avellino. La chiamerò ‘fase uno’. Credo che 250mila euro potranno bastare”. E’ un fiume in piena Savio, deluso, amareggiato e soprattutto arrabbiato per come è stato trattato: “E’ ridicolo chiamare degli assessori tecnici per poi farli lavorare solo tre mesi. Mi sento preso in giro. E se nelle interviste la sindaca sta dicendo che sono stato un bravo ‘tecnico’, poi non basta dire che mi revoca per mancanza di fiducia, la deve motivare questa mancanza di fiducia. In pratica non mi ha revocato, mi ha cacciato. Capisco, ed è legittimo, che la parte politica della maggioranza rivendichi i posti in giunta, ma allora perché ci hanno chiamato a fare gli assessori tecnici? Ci hanno trattato come carne da macello”.
E in questi giorni, dopo la revoca, Nargi ha detto anche che tra di loro non c’erano stati screzi. Ma Savio, questa mattina, nel corso di una conferenza stampa di fuoco al Circolo della Stampa, di screzi ne ha raccontati diversi: per le deleghe che gli erano state assegnate e poi tolte (quella per la redazione del Piano Strategico e quella ai Fondi Pnrr); per il progetto di riqualificazione di uno stabile di San Tommaso che Savio voleva trasformare in palestra per il quartiere e per il quale aveva avviato l’iter per ottenere un finanziamento statale di 480mila euro; e per una interlocuzione tra Savio e la Procura che la sindaca scoprì solo in un secondo momento andando su tutte le furie: “Ricordo che eravamo in giunta – ha raccontato Savio questa mattina – e la sindaca disse di aver saputo che avevo parlato con la Procura di Avellino. Disse che non si dovevano permettere di fare queste cose senza che lei lo sapesse. Effettivamente io avevo parlato con la polizia giudiziaria, la guardia di finanza, ma non ero tenuto a dirle alcunché. In realtà – ha spiegato in conferenza stampa – ci parlai perché volevano sapere perché sui fondi Pnrr dal Comune avevano mandato a dare informazioni un altro assessore e non io che avevo le deleghe ai Fondi Europei. A loro ho risposto che era una domanda da fare alla stessa Nargi, tutto qui”.
“In ogni caso – ha aggiunto Savio – sul Pnrr ho poi continuato a lavorare lo stesso, per dare una mano agli uffici che non sapevano come lavorare con la piattaforma Regis. Tutti i progetti che il Comune di Avellino ha ottenuto con il Pnrr andrebbero rendicontati e monitorati quotidianamente, un lavoro che avevo iniziato ad impostare ma che poi mi hanno tolto. Ora il Comune rischia non solo di perdere i finanziamenti, ma di dover restituire tutti quelli già ricevuti. Parliamo di una decina di milioni di euro”.
I PASSAGGI PRINCIPALI DELLA CONFERENZA STAMPA DELL’EX ASSESSORE LEANDRO VITTORIO SAVIO
“IO SONO DI FRATELLI D’ITALIA”
“Io sono stato assessore di questo Comune, individuato per motivi prettamente tecnici, quindi non ho una valenza politica anche se è giusto dire che la mia provenienza è dalla destra, sono di Fratelli d’Italia. Ho cercato di lavorare all’interno del Comune di Avellino. Mi è stato detto dal sindaco che sono stato bravo e lo ringrazio, ma sono stato revocato per mancanza di fiducia e questa cosa mi ha dato molto fastidio. Perché se sono stato bravo non posso essere revocato per mancanza di fiducia. Perché quando uno è bravo viene tenuto. Poi capisco anche che ci sono delle motivazioni prettamente politiche, ed è giusto che queste motivazioni politiche vengano rispettate. E’ giusto che i consiglieri che hanno portato dei voti e che hanno fatto vincere la Nargi facciano gli assessori, però sarebbe stato anche giusto che questo fosse avvenuto dal primo minuto, senza chiamare degli esperti da fuori, che rinunciano a degli incarichi per venire a stare ad Avellino e che hanno cercato di portare un apporto a questa città. Avrei capito se fossi stato revocato per altri motivi”.
I CONTENZIOSI CON LE SOCIETA’ SPORTIVE
“Arrivo al Comune di Avellino con un curriculum che credo abbastanza valido. Mi danno diverse deleghe, tra le quali lo Sport. Mi sono trovato in un Comune dove non c’era un Ufficio dello Sport, non c’era un dipendente, un funzionario, un dirigente, nulla. Individuo due giornalisti dipendenti del Comune e iniziamo a lavorare, e mi hanno dato una mano incredibile. Iniziamo a creare una struttura che ci ha permesso di eliminare i contenziosi nei confronti di Avellino Basket, della squadra di calcio a cinque, e della Scandone. Mi sono trovato un Palazzetto dello Sport dove camminavano i topi sul tetto, dove c’erano rimanenze del post Covid e senza l’aiuto di queste società che hanno preferito sostituirsi a noi nel pagamento delle spese e con un’attività di compensazione abbiamo raggiunto un piccolo obiettivo: quello di dare alla città di Avellino un Palazzetto che possa ospitare gare di Serie A”.
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