Un poeta, più forte di mode, luoghi comuni e conformismi. Ottant’anni compiuti, una laurea in Lettere, la passione per l’Inter. Bisaccia si prepara ad accogliere questa sera, alle 21.30, in piazza Duomo, il concerto di Roberto Vecchioni, con il suo “L’Infinito Tour”, vero fiore all’occhiello dell’estate della provincia. Un concerto per il quale è atteso il pienone con presenze anche da fuori regione. Una carriera, quella di Vecchioni, che lo ha consacrato tra i grandi della musica italiana con canzoni capaci di raccontare come poche la condizione dell’uomo, nella convinzione che la musica non può non essere strettamente legata alla vita e al nostro tempo. La conferma arriva dal suo ultimo album “L’Infinito” in cui ha coinvolto Francesco Guccini nella canzone “Ti insegnerò a volare” dedicata d Alex Zanardi fino ai brani dedicate all’attualità e alla riflessione: per esempio “Giulio” è ispirato alla storia di Giulio Regeni; “Cappuccio rosso” ispirata ad Ayse, una guerrigliera che muore contro l’Isis; “Formidabili quegli anni” un brano autobiografico che parla del ‘68.
Vecchioni ripercorrerà la sua carriera, da “Ragazzo sogna” a “Samarcanda”, da “Chiamami ancora amore” a “Le lettere d’amore”, classici che quasi o tutti abbiamo cantanto, capaci di farsi specchio della vita con le sue sofferenze e i suoi dolori e la forza che arriva dall’amore. Centrale nella sua produzione la passione per la letteratura di un uomo che ha insegnato per quarant’anni latino e greco ai ragazzi del liceo, e che vuole continuare a insegnare la Bellezza e l’amore per la vita.
«L’Infinito è uno spettacolo che parte da un’idea precisa: l’infinito non è al di fuori di noi, non è introvabile, ma è dentro di noi, nella nostra anima e nelle nostre emozioni – spiega Vecchioni – tutta la prima parte dello spettacolo è giocata sul nuovo disco e sui personaggi che hanno battuto il destino, hanno combattuto il male, hanno amato la vita, gli altri e se stessi. Emerge un mio concetto recente, nuovo, di grande amore per tutto ciò che si fa e si vive. La seconda parte dello spettacolo, invece, è una specie di ritorno, uno sguardo sul passato con le canzoni di prima, che mostrano come si è arrivati a questo concetto di infinito attraverso pensieri particolari sull’amore, sul sogno, sull’esistenza, sul dolore, sulla gioia, sulla felicità… e come poi tutte queste piccole cose si siano ricomposte in un’unica idea, che è quella di amare la vita comunque sia, bella o brutta perché in realtà è sempre bella. Siamo noi che a volte la immaginiamo in un altro modo».