Rosa Bianco
L’evento organizzato dall’Associazione musicale Igor Stravinsky domenica sera 22 settembre 2024 ha rappresentato un’occasione di rara profondità artistica e culturale, capace di fondere letteratura e musica in un dialogo intimo, ma al contempo universale. “Il Canzoniere,” liberamente tratto dalle pagine del libro “Napoli e i napoletani” dell’autore irpino Carlo Del Balzo, è stato presentato come un viaggio sensoriale e intellettuale nella Napoli di fine Ottocento, un’immersione che ha rivelato non solo la città, ma anche l’anima di chi l’ha narrata.
Il soprano Ilaria Laquinta ha dato vita, con voce suadente e ricca di sfumature, a un repertorio musicale intriso di sentimento e nostalgia. Ogni nota sembrava scaturire da un tempo sospeso, un’ eco che rievocava non solo l’atmosfera di Napoli, ma l’intimo dramma dell’esistenza umana. Il pianoforte di Giacomo Serra ha fatto da cornice ideale a questa narrazione sonora, esaltando le melodie con un tocco ora vigoroso, ora malinconico, quasi a dialogare con le parole del Canzoniere. La complicità tra i due artisti ha reso la musica viva e palpitante, capace di trasportare il pubblico in un’altra dimensione temporale e spaziale.
Ma è stata la voce recitante di Nadia Testa a dare al tutto una profondità filosofica e letteraria unica. Con la sua lettura, ha esplorato il testo di Del Balzo come fosse un’esplorazione ontologica della città di Napoli, un’analisi del suo “essere” oltre la superficie visibile, proponendone le pagine più belle, quelle sulla maschera, che è l’ emblema più rappresentativo della città : Pulcinella! Napoli non è solo un luogo fisico, ma una metafora esistenziale, un labirinto di passioni, contraddizioni e bellezza effimera. Le parole di Del Balzo, nella loro potenza evocativa, sono state rese ancora più tangibili dalla performance della Direttrice Artistica Nadia Testa, che ha saputo catturare l’essenza malinconica e struggente dello scrittore.
L’idea progettuale dell’evento ha dimostrato un’ammirevole sensibilità verso il valore della lettura come esperienza emotiva e non solo cognitiva, creando un ponte tra generazioni attraverso l’abbattimento dei vincoli imposti da pregiudizi o obblighi scolastici. L’idea di “descolarizzare” la lettura, associandola alla musica e al piacere, è stata particolarmente innovativa e coinvolgente, invitando il pubblico a riscoprire la bellezza della parola letta ad alta voce.
La scelta di una sala intima come la Sala delle Arti, che è anche sede della biblioteca Igor Stravinsky di Manocalzati ha amplificato l’atmosfera di raccoglimento, permettendo alla musica e alla letteratura di risuonare non solo nelle orecchie, ma anche nelle coscienze degli spettatori. In un’epoca in cui la velocità e la superficialità sembrano dominare, questo evento ha offerto un momento di riflessione, un invito a rallentare e ad ascoltare.
“Il Canzoniere” non è stato semplicemente un evento musicale o letterario, ma un’esperienza estetica e filosofica che ha sollevato interrogativi sul ruolo dell’arte nella nostra comprensione del mondo. Carlo Del Balzo, attraverso la sua scrittura, ci ha insegnato che le città – come le vite – non si possono solo vedere: vanno lette e ascoltate, perché solo così possiamo coglierne la verità più profonda. E la musica, in questo contesto, si è rivelata il ponte perfetto tra parola e silenzio, tra essere e divenire.
Rosa Bianco