Dolce Vita, chiuso un primo filone dell’inchiesta condotta dalla Procura di Avellino sul comune del capoluogo irpino. I carabinieri del Comando provinciale stanno notificando 26 avvisi di conclusione delle indagini. Il primo a riceverlo è stato l’ex sindaco Gianluca Festa che ha lasciato poco dopo le diciassette, il Comando Provinciale dell’Arma, dove gli sarebbe stato notificato l’ avviso firmato dal pm Fabio Massimo Del Mauro.
Una prima parte delle indagini di Carabinieri del Nucleo Investigativo di Avellino e Aliquota di pg della Gdf presso la Procura di Avellino avviate nel settembre 2023 sarebbe stata definita con la firma di ventisei avvisi di conclusione delle indagini preliminari, ancora in corso di notifica da parte dei Carabinieri. Tra i destinatari non c’è il sindaco Laura Nargi, iscritta all’epoca nel registro degli indagati con l’ipotesi di associazione a delinquere e turbativa d’asta.
Agli indagati vengono contestati i reati di corruzione e turbativa d’asta, mentre sono state espunte le ipotesi accusatorie, tra cui quelle di depistaggio e falso, che la Corte di Cassazione, con due sentenze di annullamento senza rinvio, aveva cancellato.
Gli indagati avranno ora venti giorni di tempo per essere ascoltati dagli inquirenti e per presentare memorie: al termine di questo passaggio la procura chiederà formalmente il rinvio a giudizio sul quale si esprimerà il giudice dell’udienza preliminare. La decisione potrebbe arrivare alla fine del mese di gennaio.
L’ex sindaco di Avellino, Gianluca Festa, era tornato in libertà dopo 154 giorni trascorsi ai domiciliari, nell’indagine che il 18 aprile scorso portò al suo arresto, per l’inchiesta “Dolce Vita”, con la Procura di Avellino ad ipotizzare nei suoi confronti l’associazione a delinquere, depistaggio e corruzione. La sesta sezione penale della Corte di Cassazione aveva, però, disposto l’annullamento, senza rinvio dell’ordinanza emessa l’8 luglio dal gip del Tribunale di Avellino che, su richiesta della Procura guidata da Domenico Airoma, aveva rinnovato gli arresti domiciliari per l’ex primo cittadino, per presunte dazioni di denaro ricevute da tre imprenditori, indagati a piede libero, in rapporti di lavoro con il Comune. La Suprema Corte aveva disposto l’annullamento di due misure cautelari richieste dalla Procura e confermate dal Gip del Tribunale di Avellino il 18 aprile e il 10 luglio del 2023, accogliendo così le richieste che la difesa, “per saltum”, aveva presentato attraverso i difensori, Luigi Petrillo e Dario Vannetiello.