A poche ore dall’annuncio da parte della società, il Mit interviene e ferma il trasferimento dei lavoratori dallo stabilimento di Bologna a quello di Flumeri.
“A seguito del colloquio intercorso fra i titolari dell’azienda Industria Italiana Autobus e il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, – si legge in una nota sottoscritta IIA – la procedura per il trasferimento dei dipendenti della produzione della sede di Bologna a Flumeri è stata sospesa”. Lo annuncia il Mimit in una nota.
Il 2 settembre si terrà un incontro tra azienda e organizzazioni sindacati presso il Mimit sul piano industriale dell’impresa e i risvolti occupazionali. Non comincia nel migliore dei modi l’avventura della Seri Industrial ad Industria Italiana Autobus.
“La cessazione dell’attività produttiva di Bologna era già prevista nel piano industriale di Iia elaborato nel settembre 2023 con il supporto di un primario advisor”, scrive Industria italiana autobus, nella pec inviata ai sindacati in cui si decretava la fine dell’ex Bredamenarinibus, una realtà che con diversi assetti societari ha attraversato 105 anni di storia. “Occorre dare impulso immediato al processo di risanamento aziendale tenuto conto che negli ultimi cinque anni Iia ha registrato perdite di esercizio per complessivi euro 147.137.665”, si legge ancora nella mail. E quindi “risulta indifferibile procedere con un efficientamento della produzione e un contenimento dei costi, concentrando le attività produttive nel sito che garantisce performance maggiori”. La società, chiude la missiva, “si rende quindi disponibile ad un esame congiunto al fine di fornire adeguata informativa e per valutare tutte le opportune azioni conseguenti”.
Il gruppo Civitillo ha annunciato che intende trasferire, entro il prossimo 16 settembre, 76 tute blu dallo stabilimento della ex Bredamenarini di Bologna a quello irpino. Subito le rsu della fabbrica di Valle Ufita, che tra l’altro aspettavano un incontro proprio con i nuovi proprietari, hanno “unitariamente” proclamato, oggi 2 agosto, un’ora di sciopero.
Per Fim, Fiom, Uilm, Fismic e Uglm, infatti, equivarrebbe ad altrettanti licenziamenti. E, visto che la richiesta della Seri Industrial, è “collettiva”, si fa ancora più preoccupante. Vorrebbe dire, in qualche modo, la cessazione dell’attività della parte emiliana della IIA. Il documento sottoscritto dalle rsu, sottolinea “di ritirare la richiesta di trasferimento dei colleghi di Bologna”.
Cosa ribadita dalle segreterie nazionali degli stessi sindacati che scrivono: “È un atto gravissimo che va contro tutti gli impegni pubblicamente assunti dal ministro del made in Italy”. Adolfo Urso, il titolare del dicastero, invece “ci aveva rassicurati”.
I maggiori “responsabili”, secondo le organizzazioni sindacali, sono, appunto, il Mimit e la stessa Invitalia. Che, a questo punto, potrebbe intervenire facendo esercitare “il diritto di veto che ha in determinate condizioni”. I sindacati nazionali, inoltre, chiedono “l’immediata convocazione di un tavolo istituzionale al Mimit”. Perché” le perplessità che avevamo si sono concretizzate. Quello che, il Mimit, dichiara di giorno-conclude il comunicato del”nazionale”-viene smentito poche settimane dopo