Rende omaggio a Raffaella Carrà l’Irpinia Pride, in programma il 15 giugno ad Avellino. Un omaggio doveroso ad una donna, ad un’artista che con la sua dolcezza ed il suo carisma ha sostenuto con determinazione la libertà di essere se stessi ed è diventata una vera icona pop. “Con la sua musica, il suo stile inconfondibile e il suo atteggiamento aperto e rivoluzionario – si legge nella nota di Apple Pie – Raffaella ha dato voce a generazioni che cercavano di esprimersi senza paura. È stata una delle prime figure pubbliche italiane a parlare apertamente di diritti, di amore libero e di rispetto per tutte le identità. Raffaella rappresenta quella gioia esplosiva, colorata e liberatoria che è il cuore del Pride: ballare senza vergogna, vivere senza etichette, amare senza confini. Averla scelta significa rendere omaggio a chi, con leggerezza e coraggio, ha contribuito a cambiare la cultura e ad aprire la strada alla visibilità e al rispetto della comunità LGBT+”.
I giovani di Apple Pie ribadiscono come “Nel suo sorriso, nei suoi glitter e nei suoi balletti c’è tutta la potenza di un messaggio che ancora oggi è necessario, ovvero siamo liberi di essere chi siamo. Raffaella Carrà è diventata nel tempo un’icona queer amatissima dalla comunità LGBTQIA+, unendo la cultura pop e lotta per i diritti. La frase “Io son pront*, e tu?” tratta da una sua canzone iconica “Tanti auguri”, del 1978 è lo slogan dell’ Irpinia Pride 2025. “Io son pront*” esprime determinazione, coraggio e disponibilità a mostrarsi per ciò che si è. “E tu?” l’invito, la sollecitazione agli altri, quasi una sfida gentile, che spinge a riflettere sul proprio grado di apertura e prontezza a sostenere i diritti LGBTQIA+. “lo son pront*, e tu?” è insieme affermazione e invito ad essere se stessi! … come dire: “lo sono qui, liber*, ver*, pront* a essere me stess* e a lottare per l’amore e l’uguaglianza. E tu, sei con me?” Racchiude lo spirito del Pride e del nostro Irpinia Pride: festoso ma consapevole, ironico ma impegnato”. Un omaggio evidente anche nel logo, curato da Gaetano Patalano.