“C’è bisogno di un’altra narrazione, un’altra voce, un’altra idea di Avellino rispetto a quella proposta in questi anni dal sindaco Festa”. Ha le idee molto chiare Roberto Montefusco, coordinatore provinciale di Sinistra Italiana, sulla visione di città che Avellino meriterebbe dalle prossime elezioni amministrative.
Ma non solo. Montefusco tra le colonne del Corriere ha sviscerato tanti temi, dalla questione sociale del Mezzogiorno che inevitabilmente coinvolge anche il capoluogo irpino, alla manifestazione nazionale di Si, fino ad arrivare alla necessità di avere un candidato sindaco unitario per il centrosinistra nel più breve tempo possibile.
Montefusco, le forze politiche stanno serrando i ranghi, riprendendo i discorsi lasciati in sospeso ad agosto. Qual è invece l’agenda politica di Sinistra Italiana?
“Vorrei dire, innanzitutto, che agosto non è stato un mese di “vacanza politica”. Sinistra Italiana ha svolto importanti iniziative come quelle di Bonito, per ricordare la figura di Michele D’Ambrosio e riflettere su tanti temi del presente partendo da quella straordinaria testimonianza politica, e la due giorni di Montella, dove si è discusso di accoglienza e integrazione e delle questioni legate all’ambiente e alla difesa del territorio. Ad ogni livello sinistra italiana è in questa fase anche impegnata nella raccolta firme a sostegno della proposta unitaria delle opposizioni per il salario minimo. E intendiamo, inoltre, rilanciare in Irpinia una discussione sui temi della sanità e del diritto alla salute“.
A Salerno andrà in scena la manifestazione nazionale di Si che inaugura la nuova stagione politica. Su cosa si orienterà il partito?
“A Salerno il 14 settembre si confronteranno Giuseppe Conte e Nicola Fratoianni e sarà sicuramente un appuntamento di rilievo e di interesse. Questo Paese si trova di fronte a una gigantesca questione sociale, e ad un Governo che pratica la lotta di classe alla rovescia, quella dei ricchi contro i poveri, che colpisce il reddito di cittadinanza, che è ostile al salario minimo, a qualunque idea redistributiva, mentre l’inflazione continua a erodere potere d’acquisto di stipendi e pensioni. Tutto questo lo fa perfino irridendo e sbeffeggiando chi vive in condizioni di povertà, mentre preserva i propri privilegi. Non si potrà, dunque, che partire dalla questione sociale, peraltro al centro della importante manifestazione della Cgil fissata per il 7 ottobre“.
Si avvicinano le elezioni amministrative di Avellino. Sono ripresi i discorsi all’interno della coalizione di centrosinistra?
“Dopo la manifestazione del 9 giugno, come annunciato in quella sede, sono partiti gli incontri tematici per definire una cornice di idee sui grandi temi del governo cittadino. Si tratta di un percorso che dovrà proseguire con serietà e rigore, per costruire quella alternativa di cui la città ha bisogno. Ma soprattutto quel confronto andrà allargato alla città stessa, alle associazioni, ai cittadini, a quelle forze sane, e ce ne sono, che vorranno dare il proprio contributo“.
Si discute dell’ipotesi primarie nella scelta della figura che farà da raccordo delle forze di centrosinistra. Pensa sia la scelta giusta?
“Quella delle primarie è una strada che non mi convince. C’è bisogno di capire in tempi ragionevoli che coalizione si andrà a costruire, quali saranno i confini, quale sarà la tensione verso la discontinuità e il rinnovamento che sarà in grado di praticare, e individuare un candidato o una candidata che di tutto questo sia sintesi ed espressione. Più che l’esercizio muscolare delle primarie sono obiettivi che solleciterebbero l’intelligenza della politica“.
Non è da far prevalere una scelta di visione più che di metodo?
“Le idee camminano sulle gambe delle donne e degli uomini. Come detto in precedenza il confronto sui temi è avviato, ma la qualità e il profilo delle persone, e non parlo solo delle candidature apicali, sarà determinante per definire la credibilità di una proposta politica“.
Verosimilmente, quali sono le tempistiche per avere il nome del candidato sindaco?
“I tempi devono essere ragionevoli, anche perché si ha bisogno di un’altra narrazione, un’altra voce, un’altra idea di Avellino rispetto a quella proposta in questi anni dal sindaco Festa. Ma occorre prendersi il tempo necessario per compiere la scelta migliore, anche valutando l’eventuale concomitanza delle elezioni provinciali, che naturalmente inciderebbero tantissimo nello scenario politico irpino“.
In conclusione, il concertone del 16 agosto ha lasciato una coda di polemiche che sta facendo ancora discutere. Che ne pensa?
“La vicenda del ferragosto avellinese può essere considerata una metafora di questa stagione di governo. Un cartellone estivo costato circa un milione di euro e quindi tutt’altro che gratis, perché finanziato con risorse proprie del Comune di Avellino, di un Comune in predissesto con le imposte locali al massimo. Mi chiedo quanti comuni dalle dimensioni e dalla condizione finanziaria analoghe a quelle di Avellino abbiano fatto lo stesso.
Insomma, propaganda elettorale con i soldi degli avellinesi. Sullo sfondo una città in sofferenza con tante domande inevase. Ad Avellino, ad esempio, avevamo oltre 1.200 percettori di reddito di cittadinanza. E’ possibile sapere quanti di essi, dopo il taglio operato dal Governo hanno chiesto la presa in carico dei servizi sociali? E’ possibile che nella narrazione della enjoy city sia totalmente scomparsa la questione sociale, la sofferenza delle persone, insomma la vita e la realtà di una piccola cittadina del Mezzogiorno d’Italia?
Si tratta solo di un esempio, ma la preoccupazione fondata è che davvero la realtà scompaia dietro gli slogan e gli effetti speciali di questa amministrazione. E non ce lo possiamo permettere“.