E’ in dirittura di arrivo l’intesa istituzionale tra il Comune di Quindici e l’Autorità di Bacino distrettuale dell’Appennino meridionale volta alla collaborazione per il rafforzamento della cultura della prevenzione frane e alluvioni. Nell’ambito dell’Intesa istituzionale, si prevede anche la creazione – nel comune di Quindici – di un laboratorio ad hoc sulle tematiche della prevenzione ambientale.
Grazie all’impulso della Commissione Straordinaria del Comune di Quindici – composta dal Viceprefetto Vicario della Prefettura di Matera, Vincenzo Lubrano, dal Vice Prefetto dottoressa Sabrina D’Angeli e dal Dirigente del Ministero dell’Interno dottoressa Alessandra Pascarella – è stato avviato il dialogo interistituzionale che ha portato alla volontà comune di operare per la sicurezza, la prevenzione e la legalità in un contesto territoriale fragile non solo sotto l’aspetto geomorfologico. Ma anche per tenere forte il ricordo e la memoria degli eventi drammatici del maggio 1998 a seguito dei quali il lavoro scientifico dell’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Meridionale si espresse con forza e competenza.
“L’accordo interistituzionale che stiamo andando a finalizzare rappresenta un’importante strumento di connessione e valorizzazione dei diversi livelli istituzionali – ha detto Lubrano – ponendosi come ulteriore ponte tra territorio e istituzioni, capace di promuovere la collaborazione e le sinergie necessarie per individuare soluzioni efficaci ai problemi della collettività”.
“Oggi – ha aggiunto la dottoressa Vera Corbelli, Segretario Generale dell’Autorità di Bacino distrettuale dell’Appennino meridionale -, a 27 anni da quei tragici avvenimenti, assume un particolare significato per l’Autorità di Bacino avviare le attività per l’insediamento, proprio nel Comune di Quindici, nel reciproco rispetto delle competenze istituzionali, di un laboratorio in grado di offrire supporto tecnico per la mitigazione e la gestione di eventi franosi e alluvionali. Un tale evento segnala la volontà delle istituzioni nel loro insieme di voler perseguire politiche di prevenzione al fine di mitigare e gestire il rischio idrogeologico. Il laboratorio che si realizzerà a Quindici rappresenta uno strumento a supporto dell’individuazione delle più opportune misure volte alla mitigazione e gestione del rischio idrogeologico”.
Lo prevede l’oggetto del Protocollo d’intesa tra il Comune di Quindici e l’Autorità di Bacino distrettuale dell’Appennino meridionale che proprio in questi giorni si sta concretizzando. A tal fine la Commissione Straordinaria ha già individuato un bene confiscato alla criminalità organizzata che sarà messo a disposizione dell’Autorità di Bacino distrettuale, quale simbolo della legalità collettiva.
Quindici è uno dei centri della Campania che il 5 maggio 1998 furono colpiti da oltre 140 frane – che si abbatterono soprattutto su Quindici, Bracigliano, Siano, San Felice a Cancello e Sarno – riversando oltre 2 milioni di metri cubi di materiale, uccidendo 160 persone, 137 delle quali a Sarno. Centinaia i feriti, migliaia le persone senza casa. In termini di vittime, l’evento di Sarno – scatenato dal cedimento del Pizzo d’ Alvano – è il più grave disastro idrogeologico che abbia colpito l’Italia negli ultimi 52 anni dopo il Vajont (1963) e la Val di Stava (1985).